Pagelle, Pelligra: incongruenze e colpo di coda finale

La proprietà, Rosario Pelligra. E' il turno della valutazione dell'operato stagionale di chi mette i soldi, di chi prende le decisioni, il budget, gli obiettivi e l'andazzo del club; di chi sostanzialmente in maniera gerarchica riceve onori e critiche anche in funzione dell'operato altrui. In una sola parola si potrebbe dire che la gestione stagionale è stata incoerente. Partiamo dall'inizio. Il 31 maggio la società nomina Faggiano come Ds, il 18 giugno è il turno di Toscano. Due colpi che fanno denotare ambizione ed esborso economico rilevante, ed infatti parlando di obiettivo stagionale è lo stesso Faggiano (ovviamente con il placet della società) a dire che sarebbero stati i fatti ed il tenore degli acquisti a farlo capire. Poi a luglio succede qualcosa con riduzione del budget e volontà di acquistare solo per merito delle cessioni. A inizio agosto il problema della fideiussione non presentata correttamente, ma la colpa nella conferenza del 2 settembre viene attribuita a professionisti australiani già licenziati. La spiegazione però non convince, banalmente perchè non si è operato come l'anno precedente? Prima incongruenza tra ambizioni, progetti e spiegazioni che ha generato un'umiliazione del rossazzurro sfociata nella gara di Coppa Italia contro la Carrarese e nella prima partita di campionato con il Sorrento.
Nel mezzo c'è un inserimento importante, quello di Carozzi e Tucker, come “supervisori” dell'investimento. Passa il tempo però e arrivano altre incongruenze, stavolta legate al tenore del mercato di gennaio. “A gennaio faremo i cambi necessari per migliorare la squadra" dichiarò Pelligra ai microfoni di Telecolor, facendo pensare che la proprietà avrebbe fatto tutto il necessario per non lasciare nulla di intentato. Invece passano i giorni e gli attaccanti non arrivano, i difensori vengono acquistati in ritardo, e nelle ultime ore si registra l'arrivo di De Paoli e la partenza del simbolo futuro Castellini. Tra le altre cose Pelligra aveva smentito pubblicamente la partenza del prodotto del Brescia. Altro ambito pieno di nodi è quello legato al centro sportivo, visto il continuo tira e molla fra l'ipotesi di Torre del Grifo e l'altra rappresentata da eventuali terreni visionati già da tempo. Fino a gennaio Pelligra parlò di vincoli che impedivano lo sfruttamento di alcuni terreni visionati, poi l'orientamento è andato totalmente sull'ex casa del Catania. Potrebbe anche essere stata una strategia, ma sicuramente ha generato confusione nella percezione del progetto da parte della piazza.
La certezza di base è che la stagione è stata improntata ad uno spending review inaspettato rispetto ai proclami e al budget quinquennale ipotizzato tre anni fa. Imprenditorialmente però ci può stare, ma la domanda è: quando è stato comunicato tutto ciò a Faggiano e Grella? E soprattutto perchè non spiegare l'andazzo stagionale pubblicamente il 2 settembre in conferenza, piuttosto che sostenere l'assenza di alcun problema e ribadire poi nelle occasioni successive la volontà di spendere ed investire? L'insufficienza deriva da queste gravi incongruenze interne e poi non spiegate pubblicamente che hanno alimentato limiti e paletti. Probabilmente il parlare con totale cognizione della situazione e con schiettezza potrà aiutare in futuro, ma nel frattempo sono almeno diminuite le foto festanti dopo le vittorie (anche perchè per metà stagione ne sono arrivate poche).
Il voto finale viene rilanciato verso l'alto dal colpo di coda rappresentato dall'offerta per Torre del Grifo. Attendiamo per capire come verrà valutata dal Giudice Delegato, ma un acquisto ad un prezzo così ribassato potrebbe essere un grande mossa imprenditoriale, un ottimo colpo per il Gruppo Pelligra, e di conseguenza per il Catania. Il primo mattone solido da porre su un progetto che deve guardare al futuro ma non solo a parole. Se tutto andrà in porto, l'anno prossimo potrebbe partire con un slancio davvero importante. Infine ci sarebbero tutti i ragionamenti riguardanti l'investimento in Sicilia, Termini Imerese, altre incongruenze come le cessioni (riportate da La Sicilia) della maggioranza delle quote della Pelligra Italia holding a Nicolosi e Caec, ma ci sarà tempo per altre pagelle ed eventuali altre valutazioni.