Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

I 2 giocatori del Catania che hanno esordito con la Nazionale maggiore italiana

Il Catania ha vissuto periodi di grande splendore a livello calcistico e, anche a molti singoli che hanno vestito la casacca degli etnei, la carriera ha riservato grandi soddisfazioni. Per esempio, la stagione 2009 ha visto la simultanea chiamata di due giocatori etnei sotto la maglia della Nazionale italiana: Giuseppe Mascara e Marco Biagianti. Fino ad allora, nessun tesserato del Catania aveva mai avuto l’onore di esordire in azzurro. 

Entrambi convocati da Marcello Lippi in occasione dell’amichevole contro l’Irlanda del Nord del 6 giugno, solo Mascara sarebbe poi sceso in campo, aprendo una pagina storica per i rossazzurri. In questo articolo valorizziamo le carriere di questi due protagonisti.

Giuseppe Mascara: dal sogno provinciale all’azzurro

Nato a Caltagirone il 22 agosto 1979, “Peppe” Mascara è l’emblema del talento cresciuto lontano dai grandi centri. Iniziata l’attività calcistica nei campi dilettanti di Comiso, la sua carriera ha presto attraversato Avellino, Palermo, Genoa e Perugia prima di approdare nel 2003 al Catania, dove avrebbe trovato il suo habitat ideale. Durante la stagione 2005‑2006 si conferma protagonista, segnando 14 gol e contribuendo alla storica risalita in Serie A dopo 22 anni. 

Le sue qualità tecniche, unite a un carisma da autentico playmaker offensivo, lo rendono beniamino del pubblico etneo, capace di momenti indimenticabili come il gol “no‐look” da oltre 50 metri contro il Palermo del 1° marzo 2009.

È proprio grazie all’exploit nella stagione 2008‑09 che Lippi lo convoca per Italia‑Irlanda del Nord, partita del 6 giugno 2009. Mascara parte titolare e disputa tutto il primo tempo al Romeo Anconetani di Pisa, segnando di fatto la prima presenza in Nazionale tra i calciatori del Catania. Un traguardo simbolico, che premia anni di gavetta e lo eleva a figura di riferimento per tanti giovani siciliani che sognano l’azzurro partendo dalla provincia. Chiuderà la sua esperienza da giocatore etneo con 226 presenze e 58 reti in campionato, diventando il miglior marcatore rossazzurro in Serie A.

Marco Biagianti: il guerriero del centrocampo

Nato a Firenze il 19 aprile 1984, Marco Biagianti approda al Catania nel gennaio 2007 dopo un lungo e tortuoso percorso tra Fiorentina, Pro Vasto e Livorno. Il suo esordio in massima serie arriva il 7 aprile 2007, nella sfida contro la Roma, quando gioca gli ultimi minuti al posto di Lucenti. Sotto la guida prima di Zenga, poi di Mihajlović, si afferma come mediano di rottura, abile negli inserimenti e prezioso in fase di costruzione, tanto da diventare presto un punto fermo del centrocampo rossazzurro.

Nel maggio 2009, lo stesso giorno della storica convocazione di Mascara, Biagianti riceve il primo chiamata in azzurro per lo stesso incontro contro Irlanda del Nord. Pur senza scendere in campo, la chiamata rappresenta un riconoscimento importante per un atleta che ha incarnato la forza, la dedizione e i valori del Catania: sinonimo di sudore, impegno e attaccamento alla maglia. Negli anni successivi diventa capitano del club, rinnovando fino al 2014 e vestendo con orgoglio la fascia rossazzurra, fino alla scelta di terminare la carriera da giocatore e dedicarsi al calcio a 5 e ora alla formazione Under 19 del Catania.

Un’eredità che vive nel presente

Mascara e Biagianti restano, ancora oggi, gli unici due calciatori rossazzurri ad aver ricevuto la convocazione in Nazionale maggiore. L’orgoglio etneo, rinsaldato proprio nel 2009, ha ispirato generazioni successive, e la speranza è che presto un altro figlio di questa terra possa calcare quel palcoscenico azzurro.

Nel frattempo, il Catania lotta per tornare ai livelli che merita. Le quote sul ritorno in Serie B su portali autorizzati online come NetBet suscitano l’attenzione di tifosi e analisti, ma non c’è niente di più solido di un progetto che riparta dal settore giovanile — come dimostra la recente nomina di Biagianti a guida degli Under 19 anche per il 2025‑2027. Se il campo – e la formazione – daranno i loro frutti, non sarà più una scommessa, ma il frutto di una rinascita autentica.