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Top Player: la panchina lunga

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Eleggere un top dopo la prima partita ai play-off non è la stessa cosa rispetto a quando lo si fa in campionato. E vi chiedete perché. Il motivo sta nel guardare la positività rivolta all'immediato futuro: sarebbe banale dire Ierardi che si scorda di essere un centrale, o Inglese all'ennesima partita in cui senza particolari aiuti è letale. L'occhio guarda a quello che ha funzionato, sperando possa ripetersi. Ecco che il top player è la panchina, che oggi permette a Toscano il lusso di non aspettare il raddrizzarsi della luna storta di Jiménez, può addirittura fare l'Inzaghi e togliere Quaini perché ammonito; perché dietro adesso ha chi può invertire un trend pericoloso tra il 30' ed il 48': gli ingressi di Dalmonte e Sturaro pesano, eccome.

L'ex Salernitana è frizzante, non sa più come comunicarlo. Si muove tra le linee, si allarga, vede la porta e ben venga quell'egoismo di personalità quando prova conclusioni impossibili. Cerca sempre il movimento intelligente, e si vede che ha un tocco di palla interessante. Bene anche Sturaro, al netto di qualche errore in appoggio, perché ha l'atteggiamento positivo atteso da un leader. Rincorre, rasserena Di Tacchio e morde le caviglie di tutti. Non male anche Stoppa, apparentemente in ripresa rispetto all'ultimo mese e Montalto per voglia di fare. Sono risorse, il Catania adesso le ha, e giocando ogni tre giorni avranno un peso mica leggero. Problemi per Toscano scegliere adesso, problemi che tutti gli allenatori vorrebbero avere.