Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: Gli occhi non mentono

Il Catania chiude con una vittoria ma con l'amarezza dell'esclusione dalla Poule Scudetto

Scritto da Stefano Auteri  | 

Finisce con una vittoria a Brindisi, tra i contorni di una festa altrui, la stagione fantastica del Catania che, lo diciamo sin da subito, non può e non deve essere macchiata da un epilogo negativo. La squadra è apparsa sicuramente scarica sia mentalmente che fisicamente e con il Brindisi non si è vista una formazione col coltello tra i denti e vogliosa di vincere a tutti i costi. Alla fine il successo è arrivato e sono bastate due bucate per fare male, ma probabilmente qualcuno aveva già staccato la spina e non è riuscito più a trovare il filo conduttore; mentre altri sono apparsi in difficoltà dal punto di vista fisico ed è stato evidente come gli avversari andassero ad un'altra velocità. Buono, anche se vano, il risultato, non brillante invece la prestazione ma tutto ciò però non può mettere in secondo piano i 31 punti di vantaggio in campionato e le soddisfazioni regalate ai tifosi. L’asticella è sempre stata alta, ma stavolta nelle gambe non c’era la spinta per fare il salto verso l’oro.

Nelle riflessioni di fine anno non si può che partire da Ferraro, l’uomo sul cui futuro la città è divisa, ma che ha unito tutti intorno ad una parola: signorilità. Le frasi spese al termine della partita avevano il sapore dell’addio, ma sono stati soprattutto gli occhi a rivelare non solo un futuro probabilmente noto, ma ancora una volta l’umiltà e la grandezza della persona. Ricorderemo Ferraro per i modi garbati, per i toni sempre equilibrati, per il cronometro, per i ringraziamenti in stile Sanremo, per la scaramanzia; ma soprattutto lo ricorderemo per il senso del lavoro che più di ogni altro ha incarnato. Catania ha lasciato qualcosa a lui, ma lui ha fatto lo stesso, e riuscire a lasciare il segno in una stagione di D in una città abituata ad allenatori di Serie A non era neanche minimamente ipotizzabile.

Adesso non rimane che capire quanto queste ultime gare possano essere state influenti nelle valutazioni della dirigenza in vista del futuro. I giocatori sono apparsi poco pimpanti ma la caratura dell'organico non può essere certamente inferiore a quella di Sorrento e Brindisi. La sensazione è che uno zoccolo rimarrà, ma potrebbe essere rappresentato da non più di dieci elementi ai quali saranno aggiunti giocatori reputati utili per vivere un campionato di vertice. Ciò che la città è pronta a fare è ringraziare ed elogiare tutti per quanto fatto in quest’annata, da domani però si tirerà una linea e ci sarà un nuovo banco di prova, il primo davvero ostico, per questa nuova società. La fiducia è il trait d’union tra presente e futuro, le scelte e i risultati saranno il cemento che rafforzerà ancora di più il rapporto fra la piazza e la dirigenza