Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: "Addio progetto tecnico"

Scritto da Stefano Auteri  | 

Si attendevano risposte, alla fine ne è arrivata solo una: la rivoluzione. Il progetto è naufragato, effettivamente si era capito già da qualche settimana ma Grella ha voluto aspettare ulteriormente una vittoria scarna ed una sconfitta meritata per dare il via ad un terremoto già ampiamente previsto dai geologi rossazzurri. Addio a Tabbiani, impossibile fare altrimenti, ma soprattutto addio a Laneri, e questa sì che rappresenta una notizia da prima pagina. Che le visioni dei due dirigenti non fossero totalmente coincidenti lo avevamo testimoniato in sede di mercato e durante i confronti per confermare gli elementi della vecchia rosa, ma con questa mossa Grella ha responsabilizzato Laneri per quanto riguarda il fallimento tecnico addossandogli molte colpe sia sulla scelta dell'allenatore che dei rinforzi. Del resto Grella ha sempre avuto l'ultima parola e dunque la responsabilità primaria di aver scelto e confermato tecnico e Ds, e avendo ammesso le proprie colpe, adesso è passato all'attacco facendo repulisti.

I 70 minuti di Brindisi senza neanche un tiro in porta sono stati confermati e incrementati dai 95 di Potenza durante i quali i giocatori, e di conseguenza lo staff tecnico, hanno dimostrato di non avere abbastanza determinazione, cattiveria e capacità offensiva. Una squadra impotente che non ha mai concluso in porta facendo il solletico al trio difensivo di Lerda e uno spettacolo inadeguato per la piazza di Catania hanno portato ad un cambiamento inevitabile e probabilmente tardivo. Tabbiani non si trovava più in un contesto adatto per poter lavorare, anzi, di Laneri abbiamo detto, ma adesso bisognerà capire cosa vorrà fare la dirigenza con i giocatori, perchè alcuni atteggiamenti si sono visti, eccome, anche a Potenza. Passeggiatine prolungate sul rettangolo di gioco, egoismo e l'intensità con cui si sparecchia dopo aver bevuto mezzo litro di un bel bianco frizzantino, sono evidenti anche ai neofiti del mondo del pallone, perchè se è verissimo che Tabbiani ha le proprie colpe nel non aver instillato atteggiamento e identità, in tanti comunque dovrebbero pagare per il modo con cui stanno conducendo questa stagione. E non è detto che con alcuni ciò prima o poi non avvenga.

Adesso la curiosità è tutta incentrata su Vincenzo Grella che rispettando la parola data in conferenza su domanda di chi vi scrive, ha aspettato la domenica per tirare le somme e prendersi ulteriori responsabilità. Eh sì perchè se dopo il trionfo in D la scelta particolare di Tabbiani era stata accolta con cauto scetticismo, adesso non si può più sbagliare e qualunque nome non altisonante e stimolante (aspetti che comunque non sono garanzia di successi) non verrà accolto bene. Questo è il calcio, questa è Catania e non c'è altro da aggiungere, perchè chi vive e lavora di questo sport sa come vanno le cose quando si devono prendere decisioni importanti. Attendiamoci dunque profili navigati con la speranza che il Catania, stavolta, possa accontentare esigenze di tutti i tipi se davvero ne varrà la pena. L'obiettivo rimane l'essere competitivi (in soldoni almeno il terzo posto), sembra impossibile ma non lo è, soprattutto essendoci ancora il mercato di gennaio (bisognerà capire quanto è come vorrà spendere Pelligra) ed essendo Catania una piazza pronta a esplodere di entusiasmo dopo i primi risultati utili consecutivi. Peccato che fino ad oggi non ne siano mai arrivati.