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Editoriale: "Devastati, devastante"

Pari nel recupero, ancora infortuni e la luce in fondo al tunnel che non appare

Scritto da Stefano Auteri  | 

Quando non si hanno più parole e non si vede all’orizzonte la fine del tunnel vuol dire che la situazione é davvero, ma davvero, quasi irrimediabilmente compromessa. Il pari con il Monterosi suscita queste sensazioni in chi scrive come in chi osserva dalle tribune, perché arrivato a tempo scaduto, perché frutto di una prestazione non esaltante, perché caratterizzato ancora da infortuni (12 da inizio stagione) e da un secondo tempo per certi versi insostenibile. Il Catania rischia di perdere, o probabilmente aver già perso, l’ultimo treno per rilanciarsi in questa prima parte di stagione, visto che per via di episodi e gestione generale la negatività ha preso il sopravvento.

Le responsabilità ovviamente sono di tutti. Gerarchicamente in primis della società che ha scelto la via di un mercato dilatato nel tempo per rispettare un budget che non ha fatto accorciare però proprio i tempi. I giocatori importanti sono stati ingaggiati, ma come? Se non arrivano in condizione e quindi inclini poi agli infortuni, alla fine è come non averli. Appunto gli infortuni. Perchè così tanti problemi muscolari? La causa è da ricercare come detto  nell'arrivo in ritardo di alcuni, quindi indietro come condizione e poi gestiti malamente, oppure sono giocatori inclini a problemi, oppure ancora c'è qualcosa di “tecnico” come i campi di allenamento? Non lo sappiamo esattamente, ma non può essere solo sfortuna. Poi tra le responsabilità ci sono quelle dei giocatori stessi. Manca, almeno all’apparenza, quell’unione di intenti utile per uscire da situazioni complicate, mancano supporti, c’è egoismo ed un approccio raramente combattivo. Perché? Per ultimo, poi, il tecnico che non sta riuscendo ad infondere né serenità, né i suoi principi. Le attenuanti ci sono, ma il progetto non può decollare alla ventesima giornata, soprattutto se rischi di stanziare nella parte destra della classifica.

Emblema di questa negatività è il secondo tempo di Teramo. Dopo essere passato in vantaggio in maniera rocambolesca cosa fai? Entri in campo con un approccio incomprensibilmente molle e distratto, lasci il pallino agli avversari dopo che nel primo tempo avevi maturato un possesso palla dell’ottanta per cento, poi soprattutto dimostri con i tuoi interpreti offensivi un egoismo insensato per una squadra che deve chiudere la partita e cercare serenità. Per finire confermi di avere una condizione fisica a dir poco precaria essendo costretto a fare a meno di Marsura (infortunio) e a dover sostituire due fra i migliori, Rapisarda e Rizzo, perché non al cento per cento, costringendo così il povero Zammarini ad arrancare senza forze nel centrocampo a due.

La situazione è tremenda. Non ci sono altri aggettivi, soprattutto se si pensa che adesso Di Carmine e Marsura rischiano un lungo stop e che si dovrà scendere in campo ogni tre giorni. Dopo il Monterosi la vittoria col Taranto si è sgonfiata e adesso ad attendere il Catania c’é l’Avellino secondo in classifica e reduce dalla vittoria con il Cerignola. Peggio di così non poteva andare e ad occhio e croce solamente un miracolo contro l’Avellino potrebbe far rialzare la testa. Ma in Italia così come in Australia i miracoli difficilmente avvengono.