Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Salvatore Monaco a Catanista: "Era destino che arrivassi ora a Catania. A 18 anni nessuno pensava potessi giocare a calcio, vi racconto la mia storia..."

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Intervenuto come special guest a Catanista News, il centrale etneo e figlio d'arte Salvatore Monaco ha così parlato del suo arrivo arrivo in rossazzurro, del momento della squadra e di aspetti personali come quello sulla sua storia:

"Io sono cresciuto qui, da tanti anni venivo accostato al Catania ma non si concretizzava nulla, ringrazio dirigenti e mister che mi hanno voluto fortemente qui. Sta a noi nuovi farci trovare pronti pur non disponendo dell'estate per prepararci, io mi sto impegnando al massimo per essere all'altezza quando verrò chiamato in causa. Le mie caratteristiche non si possono nascondere, cerco di avere sempre cattiveria agonistica al servizio della squadra, se tutti fanno lo stesso si va lontano.

Campionato di C? Quando giochi con il Catania devi avere l'armatura addosso, perché anche la squadra con 10 punti in classifica viene ad affrontarci come fossimo il Real Madrid. Contro il Monopoli ho visto i miei compagni uscire stremati, noi se riuscissimo a fare punti metteremmo paura a chi sta davanti, con i nostri tifosi al fianco se cominciamo ad ingranare vorrei proprio vedere quante squadre farebbero bene contro di noi. Lucarelli è un grande motivatore, lui ci dà gli input giusti ma noi dobbiamo farli vedere in campo. Ho cercato di tirare un po' su i miei compagni perché cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, se ci compattiamo e iniziamo a battagliare possiamo fare molto bene. Lo so che giocare qua non è come farlo ovunque, se giochi al nord con 500 tifosi e sbagli non dicono nulla, qui se sbagli due o tre volte di fila ti arriva qualche fischio, bisogna capire dove si gioca. In ogni caso mai avere alibi, dobbiamo essere superiori agli avversari, agli arbitraggi non perfetti. Domenica mi sono riscaldato dopo mezz'ora ed io sarei stato pronto, poi l'infortunio di Bethers ha cambiato un po' i piani. 

Posso giocare in tutti i ruoli della difesa centrale, sia a quattro che a tre. Con quest'ultima mi è capitato anche di stare al centro, mentre a Rimini ho fatto il braccetto di sinistra. 

A Rimini abbiamo fatto una bella partita, noi abbiamo preso legni e parate del portiere loro, mentre gli avversari hanno avuto mezza occasione e hanno vinto. Non posso dire se fisicamente i miei compagni abbiano pagato contro il Monopoli, sicuramente mentalmente è pesante giocare più partite in una settimana. Chiricò? Ci ho giocato a Padova, lui è fortissimo, spesso una giocata semplice da parte sua sarebbe ancora meglio per la squadra, piuttosto che una complicata. Tello si è già allenato con noi oggi, per la categoria ha una grande caratura. 

Le sorprese in C sono all'ordine del giorno, nessuno per esempio si aspettava la Juve Stabia prima. A me però piace sognare, piace pensare di poter ancora raggiungere il gruppetto in vetta alla classifica. Io poi non sono venuto per fare il turista, è chiaro che in una società così importante si debba parlare sempre di obiettivi importanti come la promozione. Io un leader? Lo devono dire gli altri, io cerco sempre di dare una parola di conforto e motivazione al compagno, sono fatto così. 

Perché mi piace sognare? Perché a 18 anni giocavo in eccellenza e tutti dicevano che non potevo giocare a calcio. A 22 anni mi sono presentato al calciomercato a Milano da solo per cercare una squadra, su 60 squadre 59 mi dissero di no. Andai dal presidente del Grosseto Camilli chiedendo il minimo, 1000€ al mese, e dicendo che avrei mangiato l'erba. Aspettai la risposta al bar fino alle 23, non avevo un euro addosso, solo le scarpette. Mi richiama dicendo che mai gli era capitato che qualcuno si proponesse con questa umiltà, e che ero diventato un loro giocatore. Per i primi tre mesi feci solo tribuna, poi arrivò in panchina Padalino che chiese perché fossi sempre il 23esimo della lista. Un giovedì in partitella titolari vs riserve feci un gol all'ultimo, la domenica successiva mi schierò nell'11 iniziale e feci una grande partita. Da quel momento non ne saltai più una. 

Quando si è concretizzato il passaggio al Catania è stato un sogno. Ringrazio Grella e Lodi, ma devo ripagare la fiducia sul campo. In estate aspettavo una chiamata, ma evidentemente non era ancora il momento. 

Quando non mi alleno amo pescare, anche se tante volte non becco mezzo pesce, e leggere. I libri di Paulo Coelho mi piacciono parecchio".