Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: “Marinai, pari e guai”

Scritto da Stefano Auteri  | 

 

“La nave deve essere condotta in porto” e la prima cosa da fare è capire come gestire un mare in tempesta in cui ogni onda potrebbe farti affondare. Nella partita con il Potenza di onde belle alte e lunghe ce ne sono state diverse, almeno tre prodotte da un vento lucano che soffiava con Eolo travestito prima da Caturano e poi da Volpe; altre autoprodotte dalle ingenuità e dalle imprecisioni nella navigazione rossazzurra. Alla fine il peggio è passato grazie ad una traversa e ai mozzi Furlan e Monaco, non sei passato in svantaggio e ti sei potuto concedere anche il “lusso” di creare qualche palla gol. Puntualmente e coerentemente divorata. Diciamo che la nave non è che si sia mossa più di tanto, probabilmente avrebbe fatto lo stesso identico tragitto e alla stessa andatura anche con il capitano precedente, ma l'importante è che non sia affondata.

La gara con il Potenza fa capire quali e quanti ancora siano i problemi di una squadra avvilita, uscita dal campo tra fischi di una parte del pubblico e la sensazione che quello offerto sia stato il massimo, ma il massimo non basta. Un primo tempo non giocato da entrambe le squadre, pieno di interruzioni e infortuni ha lasciato spazio ad una ripresa in cui sono stati mollati gli ormeggi e le due formazioni hanno insensatamente iniziato ad attaccarsi all'arma bianca. Difese ballerine, occasioni a profusione, e la netta sensazione che entrambe fossero alle prese con crisi profonde. Un punticino serviva probabilmente più agli ospiti che ai rossazzurri che adesso attendono di sapere cosa farà la Turris e soprattutto se potranno ritrovare qualche compagno perso per strada.

La patata è bollente, la scossa non è del tutto arrivata, ma pensare che potesse sopraggiungere in soli tre giorni, con un tecnico già precedentemente all'interno dello staff era abbastanza utopistico. La domanda principale però riguarda ancora la nave: qual è questo porto in cui deve arrivare? Il porto sicuro è una classifica più tranquilla? La vittoria della Coppa Italia? Il percorso ai play off? O forse una dimensione di squadra diversa, più solida, compatta e autoritaria? Di certo un po' tutte le rotte in parte coincidono, forse la navigazione verso il primo obiettivo potrebbe essere quella più agevole visto il vantaggio sul Monterosi, ma nel calcio nulla è scontato. Per le altre rotte servirebbero timonieri sicuri, e tecnologie avanzate che oggi il Catania non possiede e neanche il mercato ha potuto regalare. I volti dei giocatori all'uscita dal campo e le frasi di Zeoli in cui ha sottolineato l'importanza di incoraggiare da parte sua i ragazzi sono emblematiche e denotano come il famoso zainetto di Lucarelli sia ancora saldamente sulle spalle.

Restano i numeri. Dall'inizio del girone di ritorno il Catania ha vino solamente due volte, raccogliendo 11 punti; un successo nelle ultime 10 gare e solamente un punto in trasferta. Fortunatamente per gli etnei la prossima si giocherà ancora in casa, ma attenzione all'effetto Coppa Italia. Zeoli ha detto di non voler assolutamente pensare alla finale che però è dietro l'angolo e le condizioni fisiche precarie di alcuni interpreti potranno essere un fattore nelle scelte di formazione. Nel frattempo Grella ha confermato che un Ds arriverà (almeno per l'anno prossimo) e se è vero che le partite non le gioca il dirigente, è anche vero che di certo può aiutare a dimenarsi all'interno di un gioco, di una categoria e di percorsi psico-fisici di difficile lettura. Soprattutto può sgravare di impegni proprio L'Amministratore Delegato che potrà pensare in maniera più concreta alle infrastrutture. Insomma attendiamo di vedere il “soldato” Zeoli all'azione, guidato da un “generale” magari silenzioso e per adesso operante solo nell'oscurità, sotto l'egida dell'imperatore Grella, nella speranza che qualcosa si muova nel più breve tempo possibile visto che le previsioni meteo rimangono preoccupanti e il mare sempre mosso.