Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: "Che brutta immagine"

Dopo la gara dell’ “Euganeo” il pensiero di ogni tifoso rossazzurro deve essere: che immagine offre di sé il Catania? In campo e fuori i colori rossazzurri non sono stati portati in auge, non sono stati rispettati per come si addice ad un club neonato ma già macchiato da diversi errori sul rettangolo verde ma anche sugli spalti. Purtroppo anche in questi due casi c’è una parola che li accomuna: la reiterazione. Non è la prima volte il Catania è deprimente in campo, non è la prima volta che Catania si vergogna per ciò che accade sugli spalti.

Poco importa che i fatti di violenza o aggressività avvengano per strada o all’interno di un impianto, questa è la terza volta che una parte della tifoseria rossazzurra si rende protagonista di atti deprecabili, teoricamente assurdi nel 2024, a cui fortunatamente non più abituati. Le novità, così come la civiltà, spesso però arrivano in ritardo in contesti come Catania, costretta ad essere schiava di pochi e di rischiare di non vivere partite al Massimino o notti indimenticabili. Fa tutto schifo, ma ciò che fa più schifo è la sensazione di paura e insicurezza che un padre (vista la ricorrenza appena trascorsa) puó rischiare di  provare  nel portare suo figlio allo stadio. che civiltà è? Dov’è il progresso? Che senso ha per un Pelligra che vuole vivere e progettare lo sport in un altro modo?

Purtroppo il rischio che il Massimino o qualche trasferta rimangano orfane di tifosi è forte, ma non si pensi di attribuire responsabilità di eventuali delusioni calcistiche a questa assenza. Il Catania ha le sue colpe, così come sono stati evidenti ieri. come Si può in una finale subire un gol in ripartenza su palla persa al decimo minuto. Dove sono la concentrazione, la cattiveria, l’ardore agonistico? Più tosto di solito le finali sono brutte perchè bloccate, ma vedere una squadra sbilanciata e poi nei minuti successivi in preda al solito delirio mentale, non capita spesso.

Male stavolta anche alcune scelte in panchina, soprattutto quelle legate a Ndoj e Sturaro che non hanno garantito leadership, tecnica ed esperienza, ma solo palle perse, affanno e milioni di palle perse. Dispiace dirlo, ma era difficile aspettarsi qualcosa di diverso sulla base delle ultime gare disputate.