Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: “Caduta libera”

Scritto da Stefano Auteri  | 

La gara con la Turris era uno scontro diretto, la gara contro la Turris non doveva essere sbagliata, nella gara contro la Turris non dovevano essere commessi i soliti errori. Risultato? La gara contro la Turris, nello specifico il primo tempo, ha mostrato una serie di giocatori immobili, fermi sulle gambe e bianchi come cadaveri nonostante il sole cocente. Ma il Catania si rende conto di dov'è, di come sta giocando, di come si sta facendo umiliare e di quanto rischia in classifica? Se lo è chiesto e continua a chiederselo anche Zeoli che non vuole assolutamente deresponsabilizzare i suoi, ma la sensazione sembra sempre che non si abbia la percezione di quanto sia incommentabile ciò che si vede in campo e di quanto tutto ciò rappresenti un macchia enorme per ogni giocatore nella propria carriera. Il problema è che anche per il tentativo di responsabilizzazione, dopo quello di alleggerimento durato per tutta la gestione Lucarelli, sembra forse troppo tardi. 

Il Catania è in piena crisi, anzi è un progetto nato critico (nonostante ribadiamo la serenità e l'entusiasmo che vigevano dallo scorso marzo), e i numeri del girone di ritorno sono impressionanti. Come dovrebbe fare il Catania a rialzare la testa se dall'inizio del girone di ritorno in 14 gare ha conquistato solo13 punti; se in 14 gare ha rimediato 7 sconfitte; se in 14 gare è andato sotto in 7 circostanze; se in 7 trasferte ha perso per 6 volte, ottenendo un solo pari. Questi sono numeri, e neanche troppo freddi, sono anzi incendiari per chi impaurito riflette sull'incapacità di garantire sicurezza contro qualunque avversario, ancor di più se si analizza il ruolino contro le squadre attualmente coinvolte nella lotta play out. Contro di loro gli etnei hanno messo a referto una sola vittoria, 5 pareggi ed una sconfitta, in attesa di giocare il ritorno contro la Virtus Francavilla (per la cronaca non viene considerato il bilancio con il Brindisi). Tutte queste falle, tutta questa incapacità di rigenerarsi fanno davvero tremare, e quelle parole di Lucarelli che sperava di conquistare qualche punticino utile in campionato perchè di più era difficile ipotizzare, risuonano come un verdetto. Nessuno ha la soluzione dei problemi, fisicamente i giocatori sono a terra, mentalmente vanno al tappeto con un singolo episodio, e nessuno oggi vorrebbe essere nei pani di Zeoli. Tutte verità inconfutabili 

Difensivamente non è ammissibile lasciare chilometri agli avversari, voltarsi ingenuamente, non essere aggressivi e mancare di concentrazione e cattiveria in uno scontro diretto per la salvezza. Alcune dichiarazioni di Zeoli e determinate situazioni che si notano in campo fanno davvero pensare che i giocatori non abbiano idea del tenore della stagione e della classifica. Tutto assurdo, brutto, incomprensibile, ingiustificabile. Il Catania sta raccogliendo umiliazioni e fischi, un qualcosa che nessuno pensavano di dover più raccontare, soprattutto visti i proclami di una società che non proponeva magari successi immediati, ma orgoglio nell'indossare la maglia. Quello sì. Invece quasi tutti sembrano (ma è solo una percezione) non vedere l'ora che la stagione finisce, forti di contratti importanti che blindano rispetto al futuro e al potere contrattuale sul mercato. Che mal di testa, che stagione terribile dentro e fuori dal campo. I miracoli non esistono, speriamo che il lavoro di Zeoli in queste ultime settimane renda però almeno più immacolata la dignità del Catania.