Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Manuel Sarao a Catanista (parte 1): "La mia forza è l'impegno. Ferraro tra i migliori che abbia avuto"

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

A Catanista il Talk è oggi intervenuto Manuel Sarao, attaccante rossazzurro protagonista nella stagione corrente. Queste le parole rilasciate ai nostri microfoni:

"Sto bene, martedì ho fatto differenziato perché non avevo ancora recuperato da domenica, però niente di ché devo solo essere gestito. I gol? Nessuno mi ha mai messo pressione da questo punto di vista, neanche quando non ho segnato per 10 partite, mi hanno sempre fatto sentire importante per quello che ho dato in allenamento e in partita. Però lo so che per un attaccante contano i gol, alla fine conta quello, anche se un giocatore secondo me va analizzato a 360°. Le critiche le vivo bene, perché se scelgo di venire a Catania lo so che ci sono certe esigenze, ma è quello che cerco io. Penso a dare qualcosa di più, se ci sono pensieri di critica a me mi spronano a fare di più, del resto è giusto che ognuno scriva quello che pensa. Io non sono un fuoriclasse, punto sulla fame e l'impegno, senza queste cose divento "mediocre". Nel girone di ritorno ho fatto meglio anche perché ci metto tanto ad entrare in condizione, del resto ho un fisico abbastanza imponente, però mi ha aiutato molto Lele Catania dicendomi di essere un po' più egoista concentrandomi sulla finalizzazione. Ripeto che il gol per l'attaccante è importante, però ad esempio ricordo che certe volte ho toccato tanti palloni ma senza segnare e mi è stata data una valutazione, altre volte tipo a Sant'Agata ho fatto partite secondo me disastrose ma con il gol e la valutazione è stata diversa.

Un gruppo si viene a creare quando vinci perché è tutto più facile, se succede qualcosina viene comunque messa da parte perché l'umore è alto. Anche tra di noi ogni cosa finisce tutto tra un abbraccio ed una risata. Se invece si perde, magari anche la battuta o la parolina può venire interpretata in un certo modo. Noi siamo un gruppo di tanti personaggi mai visti, io tutti insieme così tanti non li avevo mai conosciuti. Il direttore ha fatto un lavoro pazzesco, creando un gruppo forte e di personalità sia in campo che nello spogliatoio. Ogni allenamento noi arriviamo un'ora e mezza prima perché ci divertiamo proprio e non vediamo l'ora di iniziare, questa cosa non capita sempre.

La società è molto seria e competente, forse non ne ho mai avute di così. Anche adesso, non stanno facendo trapelare nulla con noi giocatori perché si concentrano su quello che ancora c'è da fare, ci trasmettono la voglia di vincere. Noi abbiamo vinto un sacco di partite e abbiamo anche festeggiato, però già da giorni dopo il mister ci ha messo in carreggiata verso il prossimo obiettivo, e solo così si crea la mentalità vincente e forte. Oggi in allenamento ci siamo "ammazzati", è questo che abbiamo creato.

Ferraro lo metto nel podio degli allenatori della mia carriera. Io sono un testardo, ascolto solo i miei genitori e i miei fratelli, però lui lo ascolto, i suoi consigli li prendo sempre volentieri. È bravo a capire i momenti, di una pulizia unica".