Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Top Player, Lorenzini: viva il Parroco ma anche la tecnica

Scritto da Stefano Auteri  | 

“Se non puoi vincerla, non devi perderla" e “se non puoi giocarla, mandala in tribuna”. A volte il calcio è più semplice di quello che sembra e questi due vecchi tormentoni tornano di moda dopo la gara di Lamezia dove il Catania si è calato totalmente nei panni di capolista in trasferta che non vuole concedere nulla agli avversari e ha trovato nel solito Lorenzini l'interprete perfetto. Il difensore rossazzurro che innumerevoli volte avrebbe meritato la palma di migliore in campo, stavolta la conquista a suon di interventi puliti e palloni oltre le recinzioni perchè a Lamezia servivano il pragmatismo e la lucidità, oltre che la volontà di mandare un segnale di forza estrema.

Diciamo che in generale da parte della squadra questo segnale è arrivato solamente ad intermittenza, ma Lorenzini è stato capace di alternare interventi densi di classe cristallina per la categoria a cori inneggianti il Parroco più vicino senza temere vergogna o irrisione. Ad oggi il centrale arrivato per riportare il Catania dove merita è stata una certezza dell'undici di Ferraro che nonostante le frasi di rito ha trovato in Lorenzini il punto di riferimento della sua difesa. Accanto a lui ruota tutto il resto e grazie a lui i rossazzurri hanno trovato una solidità difensiva invidiabile. 

Contro il Lamezia, Lorenzini è stato l'uomo ovunque, bravissimo come sempre nell'uno contro uno, ma attento in chiusura nelle diagonali profonde, talvolta profondissime, come nel caso di una scivolata per rimediare l'errore di posizionamento di Rapisarda e Castellini. Come Sansone, Lorenzini con la chioma folta sembra ancora più forte, ma abbiamo la certezza che anche quando si priverà dello scimmion, gli avversari continueranno a sbattere contro un muro