Prestiti in ritorno e contratti: il solito problema, ma bisogna agire d'anticipo

L'annoso problema dei contratti in Serie C, che il Catania da due anni sperimenta sulla propria pelle senza trovare un antidoto. Perché non esiste. L'unica cosa che gli somiglia è il non sbagliare i profili, o provare a recuperarli: sono ben 11 i profili che dal 30 giugno il direttore sportivo, chiunque esso sia, dovrà piazzare altrove, tra ritorni dai prestiti e e delusioni dell'ultima stagione. Tutti con contratti in scadenza l'anno prossimo o nel 2027. I più pesanti sono Marsura, Tello, Silvestri, Peralta dall'anno scorso (tutti in scadenza nel 2026); Montalto, Luperini e Sturaro i più complicati sulla carta da cedere quest'anno (rispettivamente 2026, 2027 e 2026).
Non sarà un'impresa semplice nonostante l'esperienza accumulata in tal senso, questo è un vantaggio: lo svantaggio è che è difficile immaginare Toscano che vada di nuovo a Norcia con 38 giocatori in ritiro. Esiste "l'arma" della non convocazione, ma non risolverebbe il problema della pesantezza sulle casse societarie. Questa è sostanzialmente la grande differenza nella gestione delle rose tra le categorie di alto livello e quelle di terza serie: tra i contratti che in A servono a proteggere le società dal mercato feroce, mentre in C al contrario a proteggere i calciatori dai club, costretti a convincerli tramite contratti pluriennali a cifre importanti. E in terza serie gli ingaggi salgono molto velocemente dopo buone annate, non scendono dopo brutte stagioni, rendendo le cessioni ancor più complicate. Abbiamo considerato solo le partenze più sicure, ma riuscirà il Catania a sfoltire una volta per tutte? Servirà grande abilità e conoscenza, già da adesso.