Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Mr. volume, o per gli amici amuleto, Di Tacchio

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

La vittoria di misura è un mantra in casa Catania, quasi una religione da praticare ciecamente qualsiasi sia l'avversario o la situazione da fronteggiare, e infatti raramente eleggiamo a top player chi entra semplicemente nel tabellino. A Picerno ancora una volta è la fase di non possesso a meritarsi la luce dei riflettori, capitanata da un Di Tacchio ancora una volta leader tattico nel saper stare nel posto giusto al momento giusto: è un lavoro ingrato il suo, se vogliamo, di sacrificio e soffocamento dell'avversario; 35 palloni giocati e solo 5 persi, 10 contrasti affrontati e all'80% vinti significano solidità posturale. Un giocatore speciale e diverso da tutti i mediani della categoria.

Continuiamo con i numeri a Picerno. Il lavoro di filtro racconta 9 sfere recuperate, 3 verticalizzazioni perché un minimo di sbocco all'azione lo sa dare grazie ad un mancino non da buttare. E mentre scriviamo ci rendiamo conto che a memoria storica i momenti migliori del Catania tra il 2024 ed il 25, coincidono con la salute del numero 14. Coincidenze? Chiedeva il complottista Adam Kadmon. Non pensiamo. Da quando è arrivato in rossazzurro ha collezionato 21 presenze da titolare, ed il Catania in queste ha subito 12 reti, poco più di mezzo ogni 90'; e sapete quante ne ha perse? 3. Solo tre. E ne ha vinte 13, i numeri parlano. Il tutto in un ruolo dove si pensava non potesse esserci vita dopo Lodi: ovvio che non è un paragone, ma è tornato nell'etneo un mediano capace di trascinare con la sostanza stavolta.

Oggi ci sono le emergenze in ogni zona del campo, ma affrontarle con Di Tacchio in campo è tutt'altra cosa, e ci perdonerete appunto se contro il Crotone siamo più in apprensione per l'assenza sua che di Cicerelli. Va preso come un turno di riposo forzato per un generoso che speriamo possa stare sempre bene, per il bene dei rossazzurri.