Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: "La fortuna aiuta gli Auda...ma anche no"

Scritto da Stefano Auteri  | 

Com'era il detto? “La fortuna aiuta gli audaci, non i più forti”. Beh più o meno, forse non proprio il venerdì e soprattutto non se fai Audace di nome. Non nascondiamoci dietro a un dito o dietro ad una sciarpa che nessun addetto ai lavori o giornalista dovrebbe mai indossare per essere obiettivo: il Cerignola meritava molto di più e nel secondo tempo ha letteralmente assediato la metà campo del Catania. Non si può affermare il contrario e soprattutto non si può negare la sensazione esplosa nella ripresa di capitolazione imminente per un Catania più alle corde di Rocky Balboa contro Ivan Drago. Il problema è che alla fine il Catania ha vinto come Rocky, ma non lo ha fatto con quella reazione di orgoglio, di fame e di cattiveria dello ‘Stallone italiano'. Ha vinto casualmente, nell'unica circostanza in cui nella ripresa ha messo le testa fuori dalla propria metà campo e con un colpo da biliardo di Zammarini. Tutto troppo fastidiosamente dissonante e insufficiente per trasformare i fischi in applausi.

Adesso lucidamente bisogna cercare di analizzare i novanta minuti con il Cerignola, o meglio ciò che possono lasciare in eredità. Dal punto di vista di Zeoli è giusto non esacerbare la situazione dei suoi ragazzi commentando ciò che non è andato, ma anzi con grande moderazione e “delicatezza” in conferenza ha cercato di accennare alle cose positive. Giusto così da parte sua, perchè non è il 10 giugno, all'indomani dell'ultima gara dei play off, e la sua sensazione è che i giocatori non siano degli scansafatiche svogliati, ma delle vittime psicofisiche dell'annata. Da parte nostra è inevitabile almeno dire una cosa: ci sono enormi dubbi su come poter risolvere l'affaire Catania. Fisicamente la squadra è a terra, forse più che mai, mentalmente idem perchè non si può entrare in campo dopo la ripresa in quel modo, facendosi atterrire dalla paura fino a non respirare. La finale di Coppa è all'orizzonte, i play off più distanti ma dov'è l'ancora a cui appigliarsi per poter concretamente sperare? 

Poi pensi a come la Grecia di Rehhagel ha vinto l'Europeo o ancor prima dato vita alle qualificazioni; alla Danimarca, al Leicester e alla retorica dell'imponderabile che vive nel calcio e lo alimenta. Certo tutto può succedere e forse una vittoria sporca può essere più utile di un 4-0 (o tanto quanto), ma non diteci che le speranze sono forti perchè oggi non può essere così. Purtroppo il Catania è fragile come un cristallo di Boemia e la cosa ancor più incredibile è che anche il Cerignola lo era, ma il coraggio mostrato nel secondo tempo forse rinfranca più gli sconfitti dei vincitori. Adesso i rossazzurri non hanno tempo per riflettere perchè il campo tornerà subito orotagonista, ma almeno si sono avvicinati prepotentemente alla salvezza che alleggerirebbe in parte lo zainetto rossazzurro, reso comunque pesante dalla vergogna dei bassi fondi per giocatori di alto livello. Il calcio è questo: tutto ed il contrario di tutto, soprattutto nella singola partita. Ecco perchè forse è così bello, amaro e contestabile