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Chirico': tra ex avvelenato e mattonelle

Cosimo Chiricò si presenta contro il Catania da capocannoniere del girone C e giocatore rivitalizzato

Cosimo Chiricó

La Serie C ha da sempre raccontato storie di giocatori talentuosi sulle montagne russe, capaci di vivere una stagione da promozione per poi magari essere catapultati in contesti con ambizioni diverse. E' capitato a Russotto ai tempi della Cavese, a Giannone dal Catanzaro alla Turris o allo stesso Curcio passato da una Ternana quasi promossa all'Altamura. All'orizzonte per il Catania c'è un altro di questi giocatori che tecnicamente avrebbero potuto militare in massima serie, ma che per un motivo o per un altro hanno incentrato la propria carriera in C fra alti e bassi. Il riferimento è ovviamente a Cosimo Chiricò, un ex che non può passare inosservato perchè la sola stagione vissuta in rossazzurro garantirebbe materiale per un romanzo.

Dall'arrivo in pompa magna al gol capolavoro contro la Casertana, dal rapporto conflittuale con Lucarelli che voleva spostarlo dalla mattonella di destra alla lite sugli spalti con Zeoli: tutto e il contrario di tutto con 6 reti e 6 assist frutto di un talento enorme ma non canalizzato in senso positivo. Il ricordo di Chiricò è ancora freschissimo così l'amarezza per le aspettative non rispettate, mentre alto è il rispetto in vista del match di sabato in cui l'esterno mancino cercherà in tutti i modi di essere protagonista. Del resto le luci della ribalta le ha già prese in queste prime 13 giornate realizzando ben 9 reti e assestandosi attualmente al primo posto della classifica marcatori. Una rinascita, quella di Chiricò, avvenuta con un percorso catartico passando dalle 9 gare con la Cavese (1 sola rete) e l'avventura nella Kings League con Fc Zeta allenato da Cristian Brocchi e tra le cui fila militava un altro, dai più dimenticato, rossazzurro: Axel Gulin. 

Attenzione massima dunque da parte del Catania che conosce bene il talento e la capacità balistica di un giocatore che sarà ancor più motivato vedendo in campo il rossazzzurro. L'esperienza di Celli e Donnarumma può far fare sonni tranquilli, ma guai a distrarsi, lasciare spazio o concedere punizioni nella mattonella preferità dal numero dieci del Casarano.