Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: “I soldi non fanno la felicità”

Scritto da Stefano Auteri  | 

Le ultime tre sfide contro Monopoli, Foggia e Picerno hanno dimostrato che la saggezza popolare ha sempre ragione e che, per quanto possano essere tanti: i soldi non fanno la felicità. A gennaio Catania ha speso senza troppi freni, passando dalla ricerca della sostenibilità all’ossessione della rivoluzione, probabilmente volendo in fondo in fondo cavalcare fortemente l’obiettivo promozione (senza mai dirlo ad alta voce), ma per adesso ciò che rimane tra le mani è un pugno di mosche. Prima Bizzotto, poi Santaniello e adesso Gallo hanno rovinato i piani rossazzurri che si ritrovano alle prese con il solito dilemma: qual è il vero problema?

 In queste ultime settimane Lucarelli ha parlato in primis di condizione fisica, poi di necessità di uscire dal campo con punti…in testa, per dimostrare cattiveria, ed infine di assenze. Per diverse di queste motivazioni che hanno portato a mancanza di risultati e prestazione si può imputare qualcosa di certo al mercato dove si cercava rabbia e carisma, ma soprattutto dove servivano giocatori discretamente pronti dal punto di vista fisico. Soprattutto se i cambi sono 12. La rivoluzione porta delle conseguenze ma ciò che non si capisce è perché dopo il poker col Brindisi e la buona prestazione ma senza risultato di Rimini, il Catania si è totalmente smarrito. Oggi regna la confusione, non é prima volta che lo si avverte, la squadra non sta bene in campo e l’alternanza tattica con alcune forzature di ruolo non hanno dato i frutti sperati.

Dall’inizio del 2024 il Catania ha conquistato una sola vittoria, di contro due sono stati i pareggi e tre le sconfitte (considerando la Coppa), troppo male per essere vero e troppo flebile il vento del cambiamento. In più c’è un’aggravante esistente ad oggi solo sul piano teorico ma che fa paura: se il Catania dovesse continuare su questa falsariga di luci ed ombre, il rischio che le basi per il prossimo anno si possano incrinare ancor prima della fine di questo campionato sarebbe altissimo. Il Catania non corre quanto dovrebbe, il Catania non ha giocatori a disposizione per come dovrebbe essere, il Catania non ha la grinta che il suo allenatore desidererebbe. Purtroppo oggi il Catania non si sa cosa sia, dove andrà e in che modo potrà uscire da un loop in cui l’agitazione sta producendo solo polvere  e confusione. L’unica speranza è che la polvere possa essere sintomo di lavoro produttivo per il futuro, ma ad oggi permangono i soliti punti interrogativi che hanno caratterizzato anche la prima parte della stagione