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Giuseppe De Luca a Catanista (parte 1): "Ho scelto Catania per mettermi in gioco ed iniziare un percorso. Il mio ruolo..."

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Special guest della puntata di Catanista il Talk, in onda su Radio Fantastica e Sesta Rete, è stato oggi l'attaccante rossazzurro Giuseppe De Luca, che si è lasciato andare a racconti sulla sua carriera e sul campionato appena vinto in D. Ecco l'estratto del suo intervento:

"Catania è una città simile a Bari, me la ricorda molto, anche la gente molto calorosa. Dove ho visto più passione? Lì sono stato nell'anno del fallimento e c'era molto entusiasmo all'inizio, poi le cose non sono andate bene, ma giocare davanti a tanti spettatori è stato bello. Anche agli allenamenti c'erano sempre almeno 1000 persone a vederci. Poi per me, venendo dall'Atalanta, era tutto particolare. Il gol che ho fatto ai rossazzurri? Sì me lo ricordo, il pareggio in serie B, ma devo dire che con il Catania ho sempre avuto un feeling particolare. È vero che gli attaccanti magari quando vedono una squadra in particolare tendono a segnarle contro di più, capita, ad esempio a me quando ero a Varese contro la Sampdoria facevo gol, oppure al Genoa in diverse occasioni.

Secondo me è stato comunque un mettersi in gioco, perché a campionato vinto è facile dirlo... è vero che siamo a Catania ma comunque in D, cosa avremmo fatto se non avessimo raggiunto l'obiettivo? Adesso la C è cosa fatta e tutti giustamente vogliono venire. La prima cosa che ho pensato quando Catania ha chiamato è stato il piacere di riceverla da una squadra importante, mi faceva solo titubare all'inizio la categoria, poi però in due ore avevo già deciso. È stato un rilancio a 31 anni, non ci ho pensato troppo, la Triestina mi è anche venuta incontro e infatti abbiamo chiuso subito. Ho pure sentito diversi compagni che già conoscevo come Rapisarda, mi hanno consigliato di venire a vincere, poi io sono di istinto e cuore. Ho accettato subito. Poi qui c'è Vincenzo (Sarno), che per me è un fratello un po' più grande, ora lo aspettiamo al più presto perché con la sua qualità siamo più forti. L'ho visto un po' triste subito dopo l'infortunio, è normale, però si sta riprendendo molto bene.

Sul ruolo dico che nasco punta, mi piace andare in profondità, però già dal passato ho cominciato a fare l'esterno. Quest'anno come ho sempre detto la differenza è stata dettata dal fatto che ho cominciato a segnare, e per un attaccante questo cambia tutto. Prima tendevo a stare largo, ora invece mi stringo di più vicino alla punta, questa è la differenza tra girone di andata e girone di ritorno. Quest'anno poi abbiamo trovato quasi soltanto squadre che si chiudevano, infatti tante partite le abbiamo sbloccate nei secondi tempi, è normale che per il giocatore che sono ho bisogno di profondità e spazi. Momenti di rabbia? Sì, quando non segno poi la settimana dopo mi girano a mille, anche se vincendo comunque la cosa passa in secondo piano. Stavo male a livello personale, quando non giocavo bene, ma a livello personale. Però il lavoro alla fine paga e ho trovato gol, giocate, tutto.

In Serie C l'anno scorso, a Trieste, avevo contro squadre molto importanti e pure qualche infortunio. Non è una scusante, ma quando giochi in categorie diverse trovi giocatori diversi. In A per esempio ti fanno giocare, ma appena arrivi negli ultimi metri se non hai qualità e velocità di pensiero non fai nulla. In B trovi giocatori importanti che vedono la giocata. In C invece trovi tanti giovani che magari non capiscono al volo i tempi di gioco. Io paradossalmente ho sofferto il cambio di categoria, tra A e C. Anche quest'anno mi aspettavo di più, però il mio obiettivo era comunque vincere il prima possibile. A Catania sono venuto anche pensando al futuro, all'inizio di un percorso".