Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Rapisarda a Catanista (parte 2): "Vi dico cosa mi piace e cosa non sopporto. A Catania ho detto sì ancor prima che squillasse il telefono"

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Seconda parte dell'intervento di Francesco Rapisarda a Catanista il Talk, tra aspetti personali e opinioni:

"Di Catania mi porto tante cose, il clima, le persone. Poi devo dire che ho sempre giocato al Nord e tutte le dicerie sono false perché ovunque mi sono trovato bene. Cosa non sopporto? Il traffico. La persona più importante della mia vita oggi dico sia mio figlio, che ha 4 anni.

Mi dà invece fastidio quando qualcuno fa le cose ma a metà, non completamente. Se non fossi stato calciatore sarei andato a lavorare da qualche parte, magari avrei lavorato nell'attività con mio fratello, cosa che comunque faccio d'estate quando finisce il campionato. Da piccolino stavo anche per abbandonare, io andavo per divertirmi e stare con gli amici, poi ho fatto il provino qua e nonostante non giocassi non ho mollato e ho capito che volevo fare questo. Non mi verga dire che il primo anno in prestito fuori da casa la notte piangevo per la lontananza, però era quello che volevo e ne sono fiero. Io allenatore? No, assolutamente. Mi piacerebbe restare come collaboratore o secondo, allenatore no perché non mi piacerebbe proprio. Il rapporto con i giornalisti invece non saprei, non ne ho, anche se nello spogliatoio vi "massacriamo", cioè leggiamo tutto e sappiamo chi parla bene e chi parla male.

All'inizio del ritorno a Catania per me è stato tutto nuovo, perché stando sempre fuori non sapevo bene cosa significasse giocare qua. Non c'è stata emozione più grande del mio ritorno, avevo deciso di venire prima ancora che squillasse il telefono, magari adesso non si vede ma ho i brividi anche a parlarne, non c'è categoria che tenga. Rispetto alla società che avevo l'anno scorso poi, questa è molto più presente: ogni giorno ci fa capire l'importanza di giocare qui, li si vede sempre al campo e non puoi abbassare mai la concentrazione. A luglio è stata chiarissima in quello che è il loro modo di fare calcio, poi non è stato facile calarsi nella categoria con una squadra totalmente nuova. Qui è stato bravissimo il mister, siamo sempre stati in crescendo a parte quel mese di dicembre, ma ne avevamo consapevolezza e facendo quadrato abbiamo vinto comunque. 

Lo scorso anno a Trieste nella finale play-off a Palermo avremmo meritato di vincere, mi ricordo che abbiamo subito sbagliato un rigore e nell'azione successiva preso un palo. Lo stadio era pieno ma la prima mezz'ora dominammo perché avevamo carattere. C'erano anche De Luca in gran forma ed Enzo (Sarno), a cui faccio un augurio enorme; ci mancherà un sacco, con lui ho vissuto gli ultimi anni e so quanto sta male in questo momento. Tra l'altro è il primo infortunio serio in carriera, ha sempre avuto tante cose muscolari, normali per il nostro mestiere che porta il fisco al limite dello strapazzo, come diceva un mio vecchio allenatore. A Trieste c'era anche Litteri, ora conoscendolo sta soffrendo il non poter dare un contributo da catanese, ha avuto vari problemi quest'anno e non è con il sorriso. Però si sta allenando bene e spero arrivi spazio anche per lui.

Castellini? Partiamo dal presupposto che non è un giovane, come tutti gli under. Secondo me è un ottimo giocatore, a Brescia non so come se lo siano lasciato scappare. Secondo me per caratteristiche può essere un grande terzo di difesa, però anche a due è molto forte nella testa. Quello fa la differenza. 

A me piace il calcio propositivo, quello che in parte stiamo facendo quest'anno. Se si ha sempre palla si riesce a giocare di più. Il giocatore più forte contro cui ho giocato? Mi impressionò Calaiò nel Parma. 

Torre del Grifo l'ho vissuto quando era già pronto e ci allenavamo ogni tanto li con la primavera, è un peccato vederlo in quelle condizioni. Hanno fatto qualcosa di unico in Italia e forse in Europa, nell'arco degli anni mi sono reso conto ci fossero tante cose non buone. Quella volta in casa con il Siena sono venuto a vedere la partita, è stato un peccato perché con la B sarebbero cambiate tantissime cose".