Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: Missing, tre dispersi in una domenica di maggio

Scritto da Stefano Auteri  | 

Mettete insieme un pomeriggio di inizio maggio con una strana foschia, una Poule Scudetto inquietante già solo a pronunciarla, e tre sparizioni improvvise sotto gli occhi di tutti; se a raccontarvelo fosse Carlo Lucarelli riecheggerebbe già un assordante “paura eh”, ma per fortuna in casa Catania c'è il detective Vincent Grella. L'uomo tutto d'un pezzo venuto dall'Australia stavolta ha a che fare con un caso strano, perchè all'improvviso sono venute meno tre componenti fondamentali delle solite partite del Catania: il pubblico; la squadra e le regole del gioco. Partiamo da quest'ultimo aspetto su cui effettivamente c'è poco da indagare. Nessuna malafede o altro, probabilmente la terna arbitrale era così intenta a non farsi condizionare dal blasone del Catania e dal Massimino, da produrre uno scempio di rara fattura. Il fallo di mano era visibile anche da piazza Bonadies, ma è stata tutta la direzione a far discutere e l'antifona si era vista subito dopo il primo fallo subito da Rapisarda in fase difensiva, fischiato però in senso opposto. L'errore incredibile, soprattutto del guardialinee, rimanda la mente al famoso Maggiani di Catania-Juventus ma, sempre come direbbe Lucarelli, “quella è un'altra storia…”   

Passiamo al secondo disperso: il Catania. La formazione rossazzurra è sembrata lontana parente di quella vista per gran parte del girone di ritorno, ma è la spiegazione di mister Ferraro legata all'aspetto mentale che deve far insospettire il detective Grella. Questo atteggiamento non è assolutamente quello richiesto dalla dirigenza etnea e dopo la sconfitta contro il Trapani era lecito aspettarsi almeno un approccio diverso. Perchè la squadra è così scarica? A nostro avviso potrebbe essere rilevante anche la condizione fisica non eccelsa di alcuni punti fermi come Rizzo, Rapisarda e Palermo, ma se il problema fosse solo mentale bisognerebbe interrogarsi ancora più a fondo. Ovviamente stiamo un po' enfatizzando la narrazione, visto che è comunque in parte comprensibile non avere le pile cariche dopo una stagione logorante al cospetto di una Poule che è allettante come una puntata di 'Don Matteo' senza Don Matteo, ma se le valutazioni dovevano tenere conto anche della post season, allora qualcuno potrebbe tremare. 

Infine il pubblico visto che il derby fra festa della mamma e Poule Scudetto non ha visto trionfare in maniera netta il calcio. Chissà, forse se la competizione si fosse chiamata Champions D magari avrebbe attratto qualche tifoso in più, ma la mamma è sempre la mamma, e se insieme a lei si coalizzano le nuvole grigie, al Massimino non resta che far registrare un'affluenza distante dal tutto esaurito. Poco male, perchè il clima da fine stagione era abbastanza evidente già nei giorni antecedenti alla partita, ma il dato di 6577 spettatori stona con la passione incontrollabile dei mesi precedenti. Sicuramente sarà stato un episodio sporadico che verrà spazzato via dalla campagna abbonamenti del prossimo anno, ma questo dato deve fare riflettere Grella come indizio in merito ai ragionamenti futuri su capienza dello stadio ed altro. Detto ciò, 6577 spettatori in quarta serie rimangono comunque un ottimo risultato se analizzato senza memoria rossazzurra.

Insomma la qualificazione alle semifinali è compromessa; non la valutazione sull'intera stagione, ma di questo parleremo dopo la fine del percorso nel torneo dei campioni. Nel frattempo il Massimino si rifarà il look e la dirigenza continuerà le sue valutazioni su squadra e staff tecnico, con un Grella riflessivo, nascosto dietro il fumo del suo sigaro che cela idee chiare e sguardo orientato verso il prossimo anno.