Editoriale: High & Dry
Altro che Meet&Greet (incontri e saluti) questa settimana per i rossazzurri è stata quella dell'High&Dry perchè citando i Radiohead il Catania torna all'asciutto dal punto di vista sia dei punti che delle aspettative. Per carità fughiamo il campo da equivoci: Cicerelli e compagni non hanno perso perchè ad inizio settimana quattro di loro hanno firmato autografi e posato per le foto (per quanto questo evento fosse probabilmente evitabile proprio per scansare eventuali facili legami di causa/effetto, e perchè Zarbano aveva affermato che la squadra sarebbe stata attenta solo al campo), ma prendendo spunto da questo bisogna capire per l'ennesima volta che le distrazioni non sono assolutamente ammissibili in nessun campo e contro nessun avversario: soprattutto se affamato e dotato tecnicamente. Che quella di Casarano fosse una partita trappola non lo sapeva solo chi non voleva ammetterlo a se stesso, e proprio per questo la cosa principale da fare era evitare di commettere errori di distrazione nei primi 20 minuti. Detto, fatto. Un gol assurdo ed un altro regalo che hanno aperto la strada ad una partita sporca.
Ecco parliamo anche di questo: la partita sporca. È vero che il Catania prepara partite nella partita con attenzione, studiando varie sceneggiature, ma, stando alle dichiarazioni di mister Toscano, com'è possibile che i suoi uomini sostanzialmente non siano riusciti a controbattere colpo su colpo sul campo della “sporcizia”? Secondo tutto quello che si è detto fino ad oggi il Catania avrebbe dovuto già aver raggiunto un livello di crescita e maturità tale da sapersi adattare a tutti i tipi di incontri, soprattutto se consapevoli che in Serie C, in trasferta, il 90 per cento di partite sono così. Chissà, magari è più probabile che sia stata una giornata storta, sperando di non dover tirare in ballo interrogativi su distrazione da primo posto ecc.., sicuramente c'è di mezzo una decisione arbitrale (e più in generale tanti mancati fischi) insensata, ma rimanere a secco e all'asciutto contro una squadra che correva ma senza molto orientamento è davvero un'enorme disdetta.
Purtroppo per il Catania è andata così, dovendo sorbirsi un Chiricò in brodo di giuggiole, un Cicerelli amareggiato, un Caturano spaesato, un Donnarumma con poca benzina e lucidità, uno Stoppa con la mente (e forse non solo) altrove, e con l'unica nota in parte positiva chiamata Rolfini. Al netto di un rigore che avrebbe potuto cambiare la partita, è troppo poco. Stavolta neanche la strategia ad oltranza di Toscano di puntare sul cambio ruolo per ruolo ha fatto la differenza. Certo con Rolfini rispetto a Lunetta qualcosa tatticamente in minima parte poteva cambiare, ma forse sarebbe servita un'intuizione diversa che non è arrivata.
Una delle domande che si stanno ponendo un po' tutti è: ma quello di Casarano è l'ennesimo passo indietro? Onestamente la sensazione è che non sia così, perchè la squadra comunque è rimasta sul pezzo, avrebbe potuto portare a casa qualcosa, e non si è aperta nessuna voragine. Rimaniamo però ancorati ad una grande verità (soprattutto in C): le partite sono decise dagli episodi, va bene non aspettarsi schemi rivoluzionari o rivoluzionati, ma stando a quell'assunto, chi vuole vincere il campionato non può concedere determinati vantaggi. Ci ripetiamo: l'importante è che siano amnesie casuali e comprensibili nel corso di una lunga stagione, perchè se fossero vertigini da alta quota sarebbe un grosso problema. Così, comunque, per adesso non sembra, sperando in un futuro di ‘No Surprise’
