Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Emanuele Cicerelli a Catanista: "Sappiamo quanto sia importante il ritorno con il Rimini. La squadra si sta conoscendo sempre meglio, nessuno vuole fare il compitino"

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Puntata speciale di Catanista News, in cui è stato presente l'esterno rossazzurro Emanuele Cicerelli, che ha parlato a 360° sia di sé stesso che del Catania:

"Settimana bella perché veniamo da una vittoria importante. Io dico che già da prima della vittoria contro la Juve Stabia avevamo fatto passi in avanti, però adesso ci prepariamo per Taranto belli liberi. Iniziamo a capirci e a diventare squadra, stiamo trovando l'amalgama. Noi vogliamo e possiamo, certo. Anche prima di arrivare mi tenevo in forma, facendo palestra la mattina e campo il pomeriggio, mettendo nel mezzo anche il padel, poi mi allenavo comunque con una squadra e questo ha fatto tanto. Chi mi ha cercato del Catania? Grella e Lodi, verso dicembre all'improvviso. Diversi di noi hanno passato momenti particolari, vogliamo toglierci qualche soddisfazione perché abbiamo fame: nessuno di noi può permettersi di pensare di poter venire a Catania a fare il compitino. 

La mia posizione in campo mi piace, so che nel 4-2-3-1 devo fare tanto lavoro difensivo ma non è vero che gioco troppo lontano dalla porta, in ogni partita ho avuto l'occasione per andare in gol, poi quello con la Casertana non so neanche io come non ho segnato. Comunque fisicamente sto bene, non giocavo tre partite di fila consecutivamente da tanto tempo. Anche al Cibalino ci stiamo allenando bene, devo dire. I leader del gruppo? Ce ne sono diversi, se proprio devo dirne due dico Sturaro e Rapisarda. Ci sono tanti tipi di leader, ognuno lo fa a modo proprio, anche silenziosamente o nella bravura quando riprende il compagno per un errore. Grella segue tutti gli allenamenti, ci fa capire la presenza della società: quando ci parla, non sempre, lo fa positivamente. Sappiamo quanto sia importante la partita con il Rimini, noi la chiamiamo scorciatoia per i playoff, che di norma si raggiungono con tante stradine complicate, con la coppa possiamo invece arrivare più facilmente. 

Entrare al Massimino è meraviglioso, con una cornice di pubblico così che non si vede sempre, non senti neppure il compagno che ti sta accanto. Tendenza a deprimersi nella squadra non ne ho notata mai, se il mister oggi dovesse venire a parlare direbbe che la leggerezza ci ha permesso di vincere, ma è normale che direbbe questo. Turn-over tra Taranto e Rimini? Io da giocatore è chiaro che vorrei giocarle tutte dal 1' al 90', poi è chiaro che il mister potrebbe fare dei cambi per far rifiatare un po' tutti. 

Nella mia carriera ho pochi rimpianti, forse lo scorso anno mi è dispiaciuto come è andata la stagione: ho cominciato sottotono, ho cominciato a giocare meno di quanto pensavo di meritare e ho un po' mollato, sbagliando. Poi a marzo mi sono infortunato e la stagione è finita, non ho trovato l'accordo per il rinnovo perché mi hanno trattato come se mi fossi rotto il femore, invece era una semplice pulizia del ginocchio e dopo 25 giorni già stavo in campo. Qui sto provando belle sensazioni. 

Il mio padre calcistico è Gianluca Grassadonia, alla Paganese mi ha aperto un mondo insegnandomi tante cose. Al Barletta, quando giocavo nella Berretti, ho capito che avrei potuto fare il calciatore di mestiere".