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Difendere a memoria: il "sistema" Catania funziona

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

I numeri li abbiamo illustrati già più volte, di una difesa inquietante per gli avversari fino a questo momento: siamo arrivati a 13 porte inviolate su 17 partite. Il fatto è che non si può parlare di singoli imprescindibili - a parte forse Di Gennaro - perché il Catania difende a memoria. Di solito lo si dice dell'attacco, quando una squadra gioca molto bene, noi lo dobbiamo dire della retroguardia messa in piedi con un lavoro sicuramente molto lungo. 3 gol subiti nelle ultime 11 uscite, quasi un gol ogni 4 partite. E con una difesa che ha visto giocare Di Gennaro, Pieraccini, Ierardi, Allegretto, Celli: dunque con tanti cambi, senza che “cambi” nulla. Proprio il numero 3 è l'emblema del lavoro fatto, un giocatore recuperato e riscoperto, diventato tra i migliori del girone nel suo ruolo. 

Ovviamente con la complicità di due mediani molto attenti al non possesso, rocciosi, intelligenti nelle coperture preventive. In attesa che tornino Pieraccini e Ierardi, la sicurezza trasmessa dalla retroguardia permette la spensieratezza all'offensività di due trequartisti ed una punta; tanto è vero che l'episodio arriva anche se il Catania attacca con meno uomini ma sempre con qualità. Oppure potendosi permettere un Lunetta sulla fascia sì dedito al sacrificio, ma soprattutto affamato di campo davanti a sé.

Il Catania è un terreno fertile in cui nessuno è riuscito a piantare negli ultimi anni qualcosa di produttivo: Toscano forse ci sta riuscendo, continua a zapparlo dallo scorso anno, in attesa della primavera. Sarà la stagione giusta?