Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Difesa: pagelle, valutazioni, su chi puntare?

Dopo la valutazione degli estremi difensori è il turno del pacchetto arretrato che è stato croce e delizia di tutto il campionato. La partenza era stata incredibilmente incoraggiante visti i 6 clean sheet nelle prime nove giornate, e le prime cinque partite al Massimino senza subire gol. Poi la corazzata composta da Di Gennaro & Co. Ha iniziato a dare segni di cedimento collezionando una serie incredibile di errori individuali. 
 

La palma di migliore del pacchetto arretrato se la giocano Ierardi e Di Gennaro, con il primo che è stato la sorpresa del girone di ritorno per coraggio ed incisività. L’ex Carrarese, invece, ha vissuto momenti altalenanti con qualche errore individuale inaspettato, ma alla fine ha chiuso con una sufficienza piena. Meno brillante l’inserimento degli acquisti di gennaio, Allegretto e Del Fabro, che hanno giocato a singhiozzo rappresentando, soprattutto il secondo, un‘alternativa a Di Gennaro. Per loro il voto si aggira sul 5. Infine Celli. Il “fantasma” infortunato della prima parte di stagione rimasto ai margini della rosa si è rivelato un difensore utile per le necessità piu verticali del tecnico. Il 6,5 per la resilienza in una situazione difficile è doveroso

CHI RIMANE? Adesso passiamo all’argomento che interessa forse maggiormente la tifoseria. I perni imprescindibili sono Di Gennaro e Ierardi che rappresentano le colonne della difesa. L’investimento economico fatto su Allegretto è la giovane età accrescono le possibilità di una sua permanenza, magari lavorando per affinare tecnica e letture. Chi rischia maggiormente di non essere riconfermato è Del Fabro sul quale il Catania ha un’opzione che però potrebbe non essere esercitata. E Celli? Il suo contratto scadrà nel 2026. L’importante è stavolta essere chiari sin da subito, e visti i presupposti forse potrebbe sin da subito essere un’alternativa interessante ai titolari. Quattro riconferme probabili, dunque, e almeno due innesti all’orizzonte. Fermo restando la duttilità innata del buon Quaini