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La “fiamma” del destino: Novellino chiama, Llama risponde

Arde forte e fiera, la “llama”: la “fiamma” (in ispanico) del suo destino. Tanto da voler indossare quei colori, il rosso del fuoco e l’azzurro della combustione, a tutti i costi. Catania lo ha aspettato, a volte ciecamente, e Cristian Llama è riuscito finalmente a diventare una certezza targata Walter Novellino. Perché di lui, il tecnico di Montemarano non vuole proprio fare a meno: “Ormai è una certezza, perché per me il calcio è fatto di uno contro uno, saltare l’uomo”. E Cristian, se sta bene, può farlo ad occhi chiusi. Salta l’avversario, salta gli ostacolo infiniti che in carriera ne hanno limitato le grandi potenzialità: palesati, i primi, gli ostacoli, da un campionato, quello attuale, con il contagocce. Ma quando la “llama”, la “fiamma”, sta per assopirsi, ecco che arriva il “il maestro del fuoco” Novellino, che ha lavorato sulla testa e sulle gambe della “zazzamita”: lo ha inserito a Reggio, ma voleva qualcosina in più. Lo ha riproposto successivamente, ma questa volta in posizione di mezzala: e anche per lui vale lo stesso discorso fatto per Sarno. “Libero di” è meglio.  È sufficiente la prestazione contro la Sicula Leonzio per poter affermare che Llama è tornato? No. Ma se di “Llama” si tratta, una piccola fiammella basta e avanza, se ben alimentata, a far divampare un incendio. Deve star bene, come detto, certo: ma con il piede che ha, con la visione di gioco messa davanti persino ad un fisico che dà poche garanzie, può cambiare e “bruciare” quei preconcetti, giustificati dalla parola proferita dal campo fino a poche settimane fa, sulla sua affidabilità. Il ruolo cucitogli addosso da Novellino, d’altronde, gli disegna un abito utile ed elegante in ogni occasione. A volte basta poco per far scattare la scintilla: pensate per riaccendere la “llama”, la “fiamma”, del destino che lega “Llama”, Cristian Ezequiel, a Catania.