Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

L’avversario, Bisceglie: attacco sterile, ma in trasferta...

È già tempo di ritornare al Massimino, con un nuovo allenatore. Già, neppure il tempo di ritrovare i propri vecchi giocatori (11 per l’esattezza) e conoscere i nuovi, che per Cristiano Lucarelli è tempo di tornare al Massimino.

Una prima, quella di domani sera, relativamente meno complicata contro un Bisceglie che di certo non sta bene: 17° posto in classifica a 9 punti acquisiti con due vittorie, tre pareggi e cinque battute d’arresto. Se però la difesa non si è comportata malissimo con i 13 gol subiti (sei in meno di quelli presi dal Catania), l’attacco piange; sono infatti solo 6 le reti messe a segno dal Bisceglie, e si tratta del secondo peggior reparto avanzato del girone. Attenzione però al fattore trasferta, in quanto le uniche due vittorie ottenute sono arrivate lontano dalla Puglia.

A differenza dei rossazzurri, i pugliesi l’allenatore l’hanno già cambiato da qualche settimana sostituendo Rodolfo Vanoli con il vulcanico Sandro Pochesci, che in realtà non ha ancora trovato una cura efficace: soltanto un punto in tre partite, è una vittoria che manca da ormai cinque turni.

Bisogna però tenere anche conto della rivoluzione della rosa attuata dalla società in estate e del naturale periodo di assestamento che sta vivendo la squadra. Sono andati via elementi importanti come Risolo, Triarico, Markic e Starita, rimpiazzati da Gatto (miglior marcatore con 4 gol), Ungaro, Zibert, Piccinni, e la vecchia conoscenza del Catania Ebagua.

In campo l’ex allenatore della Casertana ha utilizzato il 3-5-2 ma nell’ultimo turno, quello perso per 0-1 contro la Ternana, ha tentato la carta 4-3-1-2 con Gatto dietro le due punte. Insomma nel match di domani non è utopia pensare ad una conferma dello stesso modulo, tenendo conto del fatto che adesso il Bisceglie ha solo bisogno di punti per uscire dalla zona play-out. Sarà la tipica partita di Serie C tra due squadre che prima di tutto devono dimostrare grinta, voglia, ambizione. In una sola parola: fame.