Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

FOCUS Numeri pazzeschi, ma la zona confort per De Luca un obiettivo.

Catania uragano della D, ma...

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 
De Luca in azione contro l'Acireale

Catania schiacciasassi, i numeri parlano chiaro e non mentono, un primato in classifica granitico e campionato che finora non è minimamente riuscito ad opporgli resistenza. Il Catania insomma sta ammazzando il girone I, ed è la cosa che conta di più.

Anche senza giocare benissimo a volte, questo va detto, il risultato arriva sempre, e porta con se oltre che i fondamentali tre punti anche un interrogativo. E se questa squadra si esprimesse sempre al 100%?

Riflessioni che nascono dall'adattamento alla causa di molti giocatori. Se ad esempio un giocatore come De Luca venisse schierato, magari anche a partita iniziata, in una posizione più congeniale alle sue caratteristiche tecniche? Ce lo si chiede perché il numero 17 si impegna tantissimo e fa tutto ciò che Ferraro gli chiede, ma proprio la corsia di sinistra non sembrerebbe entrare nelle sue corde: più che i numeri, 2 gol e un assist, lo dicono i suoi movimenti in campo alla ricerca di un posto nel “mondo” che oggi risponde al nome Catania. Non cerca mai il fondo perché il mister vuole sempre giustamente gli esterni offensivi a piede invertito, e quindi non ha la possibilità di crossare; vira sempre sul rientro interno provando la conclusione da fuori, oppure soluzioni con palla lunga sul secondo palo a cercare l’inserimento di un compagno. Una giocata difficile. Certo il suo muoversi al centro può tradursi in corridoio a favore di Boccia, che però non ha esattamente la spinta offensiva tra le proprie prerogative.

Nella ripresa del match contro l’Acireale entra Russotto sulla fascia mancina e De Luca viene spostato a destra, sfiora il gol esortato proprio dal neo entrato, ma poi finisce per vedersi sempre meno sino a quando lascia il posto a Jefferson. Bisogna dargli il merito di aver disturbato l'avversario in occasione dell'autogol, ma soprattutto con un inserimento centrale dal tempismo perfetto: cosa che ha sempre dimostrato di saper fare.

Non può certo essere lesa maestà chiedersi se un giocatore da 62 gol e 36 assist tra i professionisti, possa fare un pizzichino in più schierato in modo da sfruttare meglio le sue caratteristiche.

L’unica risposta ad oggi è che il Catania con i suoi pochi, ma irrinunciabili punti fermi, ha fatto bene, benissimo; e d’altro canto nessuno può essere sicuro che cercare di aumentare i cosiddetti giri porti i rossazzurri a divertire ancor di più mantenendo i risultati attuali. Però, se al giro di boa i punti di vantaggio sulla seconda dovessero essere ancora di più, perché non tentare?