Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Giuseppe De Luca a Catanista (parte 2): "Fosse per me confermerei tutti in C. Sono zanzara dentro e fuori dal campo, vi racconto cosa faccio nel tempo libero"

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Seconda parte dell'intervento di Giuseppe De Luca a Catanista, tra racconti, passioni e futuro:

"Domenica mi aspetto tutto lo stadio pieno, forse si aprirà anche il settore ospiti, ma sarà bello perché per tutta la città e per noi in campo sarà una grande festa. Giochiamo comunque contro l'unica squadra in grado di batterci finora e quindi ci teniamo ancora di più. Avevamo l'obiettivo di riportare in alto Catania, obiettivo raggiunto anche grazie agli attaccanti che abbiamo lì davanti, di categoria superiore. Siamo contenti, vogliamo continuare a fare grandi cose, ma un passo alla volta.

Quest'anno le rivali erano Lamezia, Trapani, ma sappiamo bene com'è finita. Ma perché abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso, sotto tutti i punti di vista, il prossimo sarà un campionato diverso, dovremo rimboccarci le maniche ripartendo da basi importanti. Non parlo di scelte della società perché non mi permetto, ma se fosse per me confermerei tutti.

Le mie sliding doors sono state all'Atalanta, lì secondo me avrei potuto fare di più, e invece mi sono cullato sul fatto che ormai la serie A l'ho raggiunta. Al Catania mi dicevano di poter andare diverse volte, invece sono sempre state chiacchiere alla fine, anche in Serie A.

Zanzara nasce dal fatto che da piccolo ero nelle giovanili del Varese e c'era un allenatore che vedendomi rincorrere tutti, mi disse che ero una zanzara rompiscatole. Ma del resto sono così anche fuori dal campo! Mia mamma mi chiamava strega, facevo i dispetti, una volta ho nascosto le scarpe al mister. Nello spogliatoio li faccio ancora, poi qui ho trovato una famiglia, di quelle che non ti fanno vedere l'ora di andare all'allenamento.

I miei idoli sono sempre stati gli attaccanti piccolini, sarebbe banale dire Messi, mi piaceva tanto Di Natale e anche Giovinco. Pure Di Vaio grande attaccante a cui mi ispiravo. Oggi attaccanti forti ce ne sono pochi in Italia, forse a livello di settore giovanile c'è qualche problema.

Ho imparato a gestire il tempo libero, cosa che magari in passato non facevo bene, ora capisco bene i momenti e le situazioni. Nel tempo libero le partite le guardo, ma mi piace pure il basket; tifo Varese, infatti spero che possa riprendersi al più presto, ero innamorato di Pozzecco. Per il resto amo mangiare il sushi dopo le partite.

Un giorno mi piacerebbe fare l'allenatore, però ancora non ci penso perché mi viene l'ansia. Però già oggi cerco di aiutare i compagni nei posizionamenti. Ho avuto tanti tecnici, a livello umano Davide Nicola mi ha aiutato tantissimo e poi per fortuna l'ho ripagato in campo. Poi ho avuto Sannino, ha creduto molto in me e mi ha lanciato nel calcio dei grandi, anche se in primavera avevo fatto molto bene sfiorando lo scudetto e facendo il capocannoniere a Viareggio. Maran l'ho avuto pure a Varese e con lui ho sfiorato la Serie A ai playoff contro la Sampdoria, lì c'era un attacco molto forte ed io ero il più giovane".