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Editoriale: Répondez s'il vous plaît

Il Catania vince ma non arrivano tutte le risposte attese. C'è tempo fino a domenica

Scritto da Stefano Auteri  | 

La festa è stata riorganizzata, il padrone di casa ha pensato ad un evento che possa durare da novembre a maggio con l'ambizione di regalare e regalarsi almeno un posto sul podio, ma c'è una sola condizione: bisogna rispondere all'invito entro e non oltre domenica. A Brindisi, sempre per rimanere in tema festaiolo, diciamo che quasi nessuno ha garantito la propria presenza, ci sono state le classiche risposte del tipo “siamo insieme a Capodanno? Mah sì dai, forse, vedo un attimo che fa Franco ma credo di sì”. Poco convincenti ed entusiasmanti per chi deve pensare all'organizzazione dell'evento, però non è stato un secco “no”. Questo grazie ai tre punti, alla giocata del singolo (o al massimo tandem Chiricò-Sarao) e alle difficoltà di un avversario che non avrebbe segnato probabilmente nemmeno in notturna e in casa non aveva mai mantenuto la porta inviolata.

Alla fine però ciò che conta sono i punti, è la vittoria, un po' di pragma… come? Sì, paradossalmente il Catania ha cambiato la rotta della propria tratta, o forse sta facendo una capatina inaspettata in un porto a fare carico di brandy sempre per la festa, per poi riprendere il percorso. Del resto la prima festa, quella organizzata in estate, quella rigorosamente in lungo a cui tutti avevano dato adesione, ha riscosso pochissimo successo, anzi è stata proprio un flop. E allora per il secondo party non sarà “gradito l'abito da sera” ma basterà un abbigliamento casual, così da far stare tutti un po' più comodi e senza troppe pretese, certo sempre con un'attenzione allo stile ma non per forza orientato alla ricercatezza e all'eleganza. Del resto serve e servirà sporcarsi perchè il pantano in cui il Catania è finito obbliga ad uno sforzo notevole, sicuramente maggiore a quello offerto nel recupero. 

Ora, tralasciando la metafora della festa, il Catania non ha giocato bene, o meglio si è visto sempre il solito Catania orizzontale e compassato, con qualche atteggiamento insofferente ad inizio ripresa (linguaggio del corpo sempre importante) ma capace di sfruttare gli episodi. Le risposte, l'intensità, la veemenza non si sono del tutto viste, ma era anche difficile pensare che arrivassero facilmente. Da quello che si è capito nel confronto con il Vice Presidente Grella non è questo ciò che vuole la società, ma vinci e allora semplicemente si prolunga l'attesa fino a domenica. La preoccupazione è che si possa essere trattato di una vittoria in stile Taranto cioè assolutamente avara di frutti per il futuro e che ancora regni confusione tattica e mentale, ma la situazione è questa, e se l'opzione è prendere o lasciare i tre punti, beh ci sono pochi dubbi. A Potenza si va senza aspettative, ma un risultato negativo con lo stesso tipo di prestazione di mercoledì non sarà accettato e accettabile.

La sensazione di insoddisfazione rimane, questo è chiaro, così come la voglia di vedere crescere il Catania in campo e fuori. Grella ha fornito alcune risposte assicurando di sapere come fare ad uscire da questa situazione (accorgimenti sulla preparazione atletica più eventuali esclusioni eccellenti e cambio del tecnico) ma in primis si spera che la cura, estrema o meno, sia quella giusta e poi che di pari passo possano essere più entusiasmanti anche le risposte per l'extracampo. La situazione attuale della ricerca del Centro Sportivo ricalca totalmente quella di qualche mese fa (idem Nesima), senza ulteriori passi in avanti, e se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno, è anche vero che la città Metropolitana di Catania non è vasta come Los Angeles e i terreni alla fine sono più o meno sempre quelli. Forse è la burocrazia il vero “ostacolo”, ma quella non cambierà mai. 

Dunque che si fa? Ladinetti, Sarao, Di Carmine, Mazzotta, Chiricò ecc… volete partecipare a questa festa oppure no? Répondez s'il vous plaît.