Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: “un giorno racconterete…”

Scritto da Stefano Auteri  | 
Festa Promozione

Un giorno, quando la maturità avrà preso il totale sopravvento sulle vostre vite, racconterete ai vostri nipotini di quando in Serie D (se esisterà ancora questa categoria) il Massiminio ribolliva di passione ed era gremito in ogni ordine di posto anche se sul terreno di gioco non c'erano Milito e Ronaldinho. Racconterete di un Presidente arrivato da lontano che aveva preso un sogno distrutto e gli aveva restituito dignità; racconterete di una festa mai vista in quarta serie, ma degna di una Risurrezione. Il piccolino penserà che quella gara contro la squadra arrivata dal Cilento sia stata il lieto fine, ed è qui che invece arriverà il colpo di scena.

La festa a suon di fumogeni, striscioni giganteschi, fuochi d'artificio e commozione era solo l'inizio e subito dopo ci sarebbe stata un'altra serata indimenticabile, e poi un'altra, e poi un'altra ancora. Chissà cosa accadrà da qui ai prossimi vent'anni, ma sappiamo solamente che quest'anno è stato il punto di partenza e adesso sarebbe un sacrilegio fermarsi. Lo sa Grella e lo sa ovviamente Pelligra perchè il biglietto da visita presentato quest'anno è di quelli che sconvolgono e non può trasformarsi in un semplice fogliettino da cestinare. L'asticella adesso è alta e le aspettative della piazza ancora di più, perchè così tanto amore non può che “pretendere” onore, rispetto e risultati. 

Del resto lo spettacolo e la passione andata in scena sugli spalti, probabilmente, sono proprio la benzina di cui ha bisogno Pelligra per alimentare sempre di più il suo motore. Una macchina Senza freni, così come ha detto ai nostri microfoni Bresciano, ma tutta quella disponibilità è quella voglia di fare devono essere incanalate nel verso giusto. Qui entra in scena il deus ex machina della rinascita: Vincenzo Grella, uno dei pochi, forse l’unico, a non aveva alcuna medaglietta al collo ma un accenno di sorriso sul viso. Adesso tutto quadra a Catania, adesso anche il piccolo Rosario che guardava le partite col nonno può entrare di diritto nel calcio professionistico dove qualcosa cambierà, ma non di certo la professionalitaà della società e la passione della gente.