Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Top Player: La lucidità nell'analisi di sé stessi

Ripartire dalla consapevolezza

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

“L’avevamo preparata per giocare sui trequartisti, poi abbiamo dovuto fare i conti con diversi infortuni e siamo stati costretti a cambiare tutto, compreso il modulo. Non deve essere un alibi. Forse è la peggiore partita che abbiamo giocato fino ad ora ma dobbiamo rimboccarci le maniche. Non possiamo essere questi, non possiamo permetterci queste figure. Poi sapendo che non erano presenti nemmeno i tifosi è ancora peggio. Le squadre che ci affrontano danno l’anima. Il nostro gioco non è stato mai brillantissimo, ora troviamo meno spazio. Quindi dobbiamo essere più bravi ed essere più concentrati”.

E’ giusto partire dall’analisi lucida, per certi versi anche dura, di Filippo Lorenzini al termine del match di ieri: parole figlie di una sconfitta, o forse più generalmente di un momento, che ha colpito i rossazzurri quasi al termine di un girone di andata comunque dominato, strapazzato in ogni ordine di statistica. Eppure traspare la lucidità di cui la squadra ha bisogno in questo momento storico del suo campionato: niente alibi, solo considerazioni a mente fredda di chi si trova tranquillamente in testa ma desidera tornare ad offrire qualcosa di diverso in campo. Eh sì perché è proprio il rettangolo verde, a raccontare di un Catania abituato fino a qualche settimana fa ad avversari incapaci di opporsi realmente ai suoi pochi ma chiari principi. E in effetti l’ineluttabilità mostrata in 16 giornate dalla squadra di Ferraro, per la verità, si è quasi sempre basata su solidità difensiva e giocate individuali che nell’arco dei 90’ logorano difese pur sempre da Serie D, punendole cinicamente per ogni errore in area di rigore.

Al leader della difesa fa eco Giuseppe Rizzo: “Gli avversari ci hanno preso le contromisure”. E di questo Ferraro si è chiaramente accorto: lo ha dimostrato partendo con il 4-3-1-2 dal 1’, mischiando un po’ le carte in tavola e affidando a Giovinco la trequarti. Qualcosa di buono si è intravisto ma, fermo restando che i gol presi sono errori da matita blu, è evidente come un modulo non possa bastare a confondere squadre che le misure le hanno prese forse negli uomini, più che negli schemi.

Riparta dalla consapevolezza a 360° di sé stesso il Catania: dalle riflessioni che porta un momento non troppo positivo, anche approfittando di una partita infrasettimanale al Massimino dal chiaro aroma di immediato riscatto, e di una pausa in questo momento importante mentalmente e fisicamente.