Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: i diversi modi di interpretare una batosta

Cercare in una sconfitta con cinque gol subiti un lato positivo a cui appigliarsi non è di certo un'impresa facile, ma è ciò che oggi deve assolutamente fare la formazione e la piazza rossazzurra. Partiamo da un presupposto: la Ternana era ed è superiore. Tralasciando l'entusiasmo derivante dall'essere etnei e dal fascino della cabala utile per sfatare l'impossibile, bisognava fare i conti con uno dei migliori attacchi a livello europeo e con l'unica squadra dei massimi campionati del vecchio continente a non aver mai perso, dunque già un pareggio sarebbe stato un risultato oltremodo positivo. Alla fine è arrivata una sconfitta, troppo pesante rispetto a ciò che fino al 50' ha offerto la partita, e dettata soprattutto da due differenze sostanziali: la fortuna della Ternana (con episodi molto favorevoli) rispetto alla sfortuna del Catania (errori dei e la perdita di Zanchi), e la diversa condizione fisica. La Ternana per lunghi tratti del match ha dimostrato una convinzione e una consapevolezza superiori, avvalorate soprattutto dal gol del 3-1 che, nel momento di maggiore difficoltà ha scacciato i cattivi pensieri. Un regalone di Giosa, così come l'autorete, che hanno spianato la strada ad una squadra che non ne aveva bisogno, ma se questo è il ragionamento più lineare, cerchiamo di guardare la partita da un'altra prospettiva. Catania sotto dopo un minuto, il raddoppio su autorete dopo 15 minuti e dopo 16 minuti l'infortunio di Zanchi. Qualunque squadra si sarebbe fatta tramortire da tre episodi negativi e per certi versi assurdi nel giro di pochi minuti. Non il Catania e ancor meno Raffaele. Ecco perchè si deve ripartire dalla voglia di rimboccarsi le maniche e reagire alle avversità mostrate dal tecnico rossazzurro che ha ribaltato l'assetto tattico passando alla difesa a quattro permettendo un avanzamento del baricentro e ridato fiducia ai suoi. Purtroppo per il Catania, però, manca ancora il cinismo e la capacità di trasformare in oro ciò che viene prodotto. La partita di Silvestri e compagni è letteralmente finita sull'errore di Di Piazza, il secondo grave dopo quello di Castellammare, che nel miglior momento dei suoi ha visto sfumare un pari oltremodo meritato. Bisogna ripartire dunque da quella reazione e da quella voglia, consci del fatto che sì, cinque gol al passivo fanno male, ma ci possono stare contro una tritasassi come la Ternana, sarebbe però un peccato mortale se dovessero causare delle ripercussioni in ottica futura. Domenica il Catania sarà nuovamente chiamato ad un esame importante, contro un Bari subissato di critiche, ma pur sempre nei piani altissimi della classifica e spronato dal cambio in panchina. E' fondamentale mantenere la lucidità perchè un gruppo solido sa digerire anche le batoste pesanti, così come le avversità causate dagli infortuni. A proposito, è fondamentale che Piccolo e Russotto tornino a disposizione nel più breve tempo possibile, così come sarà importante capire l'entità del problema di Zanchi, ma ancor più decisivo per il finale del campionato sarà capire qual è il reale problema legato agli infortuni. Fino ad oggi ha retto l'argomentazione incentrata sulla stagione atipica, ma adesso gli infortuni sono davvero troppi, e per quanto non siamo in possesso di una laurea in materia, è inevitabile che qualche dubbio si presenti all'orizzonte. Il commento e l'analisi di questa sconfitta sono piene di luci ed ombre, sta a ognuno di noi decidere quale lettura voler utilizzare, ma per il bene del Catania sarebbe meglio non far prevalere panico e negatività, ma relativizzare un passo falso, seppur grave.