Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Catania ordinato e volitivo. In attesa di Piccolo e Russotto..

Un menù diverso nella tavola rossazzurra senza gli ingredienti capaci di dare fantasia ed estro come Piccolo e Russotto. Il Catania di Raffaele è tornato ad abbracciare anche dal punto di vista del modulo quella forma di pragmatismo perseguita già tante volte in stagione. E così contro Monopoli e Juve Stabia per un tempo si è rivisto il 3-5-2. Poche giocate invece fuori dagli schemi sulla trequarti o colpi capaci di fare saltare gli equilibri. A condire il piatto le verticalizzazioni da parte di Matteo Di Piazza e le geometrie ritrovate di Maldonado, in palla contro le vespe. Un Catania però che senza la presenza in campo di Piccolo spegne la sua vena creativa. Una squadra comunque capace di gestire con molta più maturità e convinzione rispetto ad inizio anno i momenti della gara. Ribaltare il risultato contro il Monopoli o riacciuffare il match contro la Juve Stabia denota infatti una svolta dal punto di vista caratteriale e della convinzione, oltre che una nuova efficienza dal punto di vista dell’organizzazione di gioco. Però senza quel tocco di fantasia anche il contesto si normalizza. E allora ecco che Manneh non riesce ad incidere come nelle ultime uscite o è possibile che Di Piazza, bravo ad attaccare la profondità, non venga innescato a dovere e con i giri giusti. Una squadra, insomma, che ha bisogno dell’inventiva di Piccolo e anche della capacità di andare alla conclusione di Russotto per colorare di magia quell’ossatura sempre più solida e monolitica e alzare il tasso di imprevedibilità e pericolosità complessivo.