Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Il paradosso difensivo: seconda miglior difesa, ma...

Curado

C'è un paradosso difensivo che sta caratterizzando questo inizio inaspettato del Catania e riguarda il rapporto fra i gol subiti e la pesantezza degli stessi. La formazione rossazzurra ha subito 5 reti rappresentando la seconda miglior difesa del campionato alle spalle della Juve Stabia, ma al tempo stesso è passata in svantaggio 4 volte nelle 7 gare disputate che hanno condizionato inevitabilmente l'andazzo rossazzurro. Un rapporto difficile da spiegare perché fa capire come il Catania non conceda tanto, ma quel poco basti per mettere in enorme difficoltà una squadra ancora in piena fase adolescenziale nel percorso che porta alla maturità.

Ecco allora che si evidenziano due dati: il primo, banale forse, riguarda il pacchetto arretrato che è chiamato ad un ulteriore passo in avanti per concedere ancora meno. Il gol contro il Latina è l’unico frutto di un vero e proprio errore dei centrali (il raddoppio del Foggia a tempo scaduto non lo consideriamo) ma serve una solidità ancor più granitica per aiutare tutta la gestione della partita, visto che il Catania non riesce a ribaltare i risultati. Ed ecco infatti il secondo aspetto rilevante: la squadra di Tabbiani non riesce a rimettere in piedi i match. Vuoi per una carenza di alternative dalla panchina, vuoi per un tasso energetico carente pensando alla partita lunga, sta di fatto che ha vinto solamente nelle due circostanze in cui è passata in vantaggio, mentre nelle 4 situazioni avverse ha racimolato solo un punto.

Il paradosso difensivo deve diventare una certezza, con l’aiuto di tutta la fase di non possesso e soprattutto magari trovando una prolificità offensiva sottoporta. A Caserta, per esempio, la perla di Chiricó mise la gara su binari favorevoli, ed è lo stesso che servirebbe contro il Taranto per scacciare un clima pesante ed infiammare nuovamente il Massimino.