Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: "aDDio serie D"

Scritto da Stefano Auteri  | 

Era il nove aprile, appena ieri; era il giorno delle lacrime e della disperazione per i tifosi rossazzurri; era il giorno in cui il buio aveva ucciso le speranze. Oggi è tornata la luce e con essa la voglia di sognare in grande, perchè dall'Australia un emigrato che ha fatto fortuna ha detto “Yes we can”. Il Catania è tornato tra i professionisti e la data del 19 marzo, come quella del 9 aprile o quella del 28 maggio, rimarrà nella storia perchè non è solo il giorno dell'addio agli inferi, ma quello della rinascita di un club umiliato e poi ucciso che però non deve assolutamente dimenticare il proprio passato. Il sacrificio dello scorso anno ha un senso, perchè forse senza di esso non sarebbe mai arrivato Pelligra, ci piace pensarla così. 

Oggi è il tempo degli elogi, e allora prendiamo in prestito il diktat di Giovanni Ferraro e iniziamo con la “lista della spesa”. Complimenti in primis alla dirigenza con Grella, vero deus ex machina delle fortune rossazzurre grazie alla forza delle scelte e alla risolutezza indispensabile per organizzare dal nulla. Carra, Laneri e Caniglia hanno completato il quadro di uno staff dirigenziale di primissimo livello e attento ad ogni dettaglio. Poi c'è il campo con la beata gioventù di Groaz e Bethers, con quella più matura di Chiarella e Castellini, e con quella da gestire di Vitale e Forchignone. La solidità mentale e fisica di Lorenzini, Somma e Sarao; le sgroppate di Rapisarda; la voglia di Boccia, l'attaccamento di Palermo; l'imprevedibilità di Russotto e Sarno; la fame di De Luca e Boccia; il sorriso di Jefferson. Poi soprattutto ci sono Lodi e Rizzo che hanno trascinato e fatto ambientare i nuovi, rappresentando anche in questo caso il filo conduttore col passato, ma ben ancorati al presente.

Applausi per tutti, commozione sugli spalti, e lo sciogliersi di Ferraro nell'abbraccio con Laneri come immagine che rimarrà ben impressa nella mente. A proposito, manca proprio Ferraro tra gli uomini da elogiare, il timoniere di una ciurma che secondo qualcuno forse sarebbe arrivata a destinazione anche da sola, ma certamente non in questo modo. Il tecnico rossazzurro ha saputo mantenere la calma nei rari momenti un po' più delicati, ha alzato l'asticella del gioco da gennaio in poi, e ha sempre mantenuto la stessa compostezza ed educazione. Ogni anno ci sono tanti allenatori che vincono, ma “saper vincere” non è da tutti. Addio dilettantismo, quindi, a mai più rivederci e bentrovata (si fa per modo di dire) Serie C, perchè oggi Catania ti festeggia, ma anche di te non ne può più'. E questo Pelligra lo sa bene.