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Lucarelli: un ritorno tra similitudini e diversità

Il ritorno di Lucarelli non può essere un ritorno come un altro perchè dopo tutto ritorna il mister dei record e della promozione sfiorata, ritorna il mister del "Bingo" e della personalità, ritorna colui che ha diviso maggiormente la piazza rossazzurra tra chi esigeva il 'bel gioco' e chi ne lodava il pragmatismo. Tante sfaccettatura di un tecnico che ritorna e porta con sè caratteristiche che probabilmente sono utili alla causa, ma che dovrà fare i conti con una situazione di certo più complicata di quella di due anni fa. Sarà certamente importante la sua praticità. Lucarelli non è un allenatore 'dogmatico', non vive di schemi ma piuttosto di atteggiamenti che la sua squadra deve dimostrare in campo. Grinta, determinazione e attenzione alle necessità che di volta in volta la sua squadra manifesta. Una ricerca di identità diversa rispetto a quella di Camplone, più basata sull'anima piuttosto che sulla natura tattica, una predilezione che oggi potrebbe essere molto utile ai rossazzurri. Un uomo spogliatoio, dunque, un attento gestore delle dinamiche interne, dotato della giusta dose di furbizia, che potrebbe essere il perfetto antidoto ad uno spogliatoio turbolento. D'altra parte, però, oggi come due anni fa persiste l'atavico problema mentale, un problema che Lucarelli non riuscì a risolvere soprattutto al Massimino dove la sua squadra soffriva l'ormai famosa pressione. Ad aggravare il compito del neo tecnico c'è non solo la ricerca di una soluzione mentale che rimane forse un'incognita, ma anche il doversi confrontare con un organico depresso dopo un avvio assurdo. Curiale oggi non è il "suo" Curiale; Mbende non è pronto come Bogdan; i senatori hanno qualche anno in più; e gli infortuni stanno decimando le possibili soluzioni. Altro aspetto da sottolineare è la sua attenzione alla fase difensiva. Oggi il Catania ha la peggior difesa esterna d'Italia (riferimento ai campionati professionistici), ed il primo pensiero di Lucarelli sarà orientato a sistemare meccanismi che sembrano tutt'altro che oleati. Riuscirà a frenare l'emorragia nonostante le disattenzioni individuali e di reparto viste fino a domenica scorsa? Vedremo, intanto, ciò che è certo è il coraggio con cui il tecnico toscano affronterà una sfida stuzzicante, quasi impossibile, ma forse per questo ancor più affascinante.