Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Paga sempre l'allenatore

C'è poco da fare: alla fine, nel calcio, l'allenatore paga per tutti. Mentre la cena indigesta non allieta i commensali, stanchi di pasti sgradevoli rifilati per caviale anno dopo anno. Lo chef ha le sue responsabilità: gli ingredienti messi a disposizione dalla gestione, però, sono e rimangono tra i più poveri. Masterchef non si vince senza spezie: un ristorante non si gestisce senza sale, né zucchero. Sappiamo già che quanto stiamo per scrivere non piacerà a molti: Pep Guardiola sulla panchina del Catania avrebbe incontrato e riscontrato le stesse difficoltà vissute da Beppe Raffaele. E qui no, ci dispiace, non si tratta di difendere qualcuno: Vincenzo Guerini con l'estremo dono della sintesi ha consegnato un concetto chiaro e semplice. "Quando non arrivano i risultati il primo a essere messo in discussione è l'allenatore": se intraprendi questo percorso ti accolli i rischi del mestiere, le lamentele, i musoni e le critiche. E lo ribadiamo a gran voce, supportati dai fatti: Raffaele ha le sue responsabilità. Evidenti, concrete: nell'intestardirsi quando il gioco si è fatto duro, in alcune decisioni frenetiche e confuse. Nei derby, e non solo. Ma non è l'unico. Se in cucina hai a disposizione solo verdura, ogni tanto può venirti fuori una buona ratatouille, ma non potrai mai sfornare una torta con crema pasticcera. Senza sale, né zucchero, come detto non vai da nessuna parte: puoi bilanciare i sapori affidandoti ai singoli ingredienti, ma che fare se il frigo funziona male? Non siamo mica impazziti: la squadra allenata finora da Raffaele ha poca qualità, pochissima tecnica. Non ha sale, né zucchero. Forse solo in due giocatori: ma Piccolo non lo ha mai avuto a disposizione, Russotto sì, ma da gennaio e con diverse pause. E ha un aggravante: questo gruppo non si mantiene neanche bene fisicamente. Proviamo solo a metterci nei panni di un professionista a cui ogni due giorni manca un elemento nuovo, nella stragrande maggioranza dei casi per noie muscolari, e che deve tirar fuori una formazione da una rosa che ha più di tre elementi praticamente inutilizzabili, visto lo scarso rendimento. Scelte semplicemente errate tra agosto e gennaio, tra un mercato fatto in fretta e furia e un altro, invece, intriso di proclami provenienti dall'altra parte del mondo, che meriterebbero un approfondimento a parte e che ancora pesano su tutto: poi, però, paga l'allenatore. Perché sì, in quel caso Guerini ha ragione da vendere: è sempre sulla graticola. E' il bello di questo mestiere: in bocca al lupo al prossimo. Avrà il pieno sostegno di tutti: chiaro e ovvio. Raffaele paga perché ha mostrato dei limiti, perché in un momento di grande confusione nel calcio serve un capro espiatorio, perché anche lui ha delle responsabilità. Ma no, lo ripetiamo: non è l'unico.