Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: paradossalmente vincenti

Volontà, sofferenza e cinismo sono le prime parole che vengono in mente pensando alla vittoria del Catania di Lucarelli su un buon Picerno, piegato nel corso dei novanta minuti dalla determinazione di una squadra rinata dopo la sconfitta interna con il Monopoli, ma ragionando più in profondità spunta anche una buona dose di paradosso. In effetti, pensateci bene, quelli di Potenza, e specialmente nel primo tempo, sono stati minuti paradossali visto che l'undici etneo si presentava al match con una difesa apparentemente granitica, forte di quattro gare ufficiali senza subire gol, e puntualmente è incappato in errori difensivi madornali, concedendo un gol in versione 'belle statuine'. In avanti, invece, era una squadra sterile, e in pochi minuti due reti e tutti a casa. Insomma una gara impronosticabile che però ha offerto risposte importanti, non ultima la capacità di reagire dopo lo svantaggio. Tatticamente - Merito di questo successo va certamente a Cristiano Lucarelli, non tanto per le scelte iniziali, condizionate dall'infortunio di Barisic nel riscaldamento e dalla condizione precaria di Beleck (reduce da un giorno di permesso), quanto per la bravura dimostrata nel leggere le difficoltà e adattarsi. Un bagno di umiltà che il Catania ha giustamente messo in pratica dopo il Monopoli, e che ieri pomeriggio ha imposto un cambiamento in funzione di un avversario che nonostante la posizione in classifica stava martellando la retroguardia etnea. Passaggio dal 4-2-3-1 al 3-4-3, compattezza dietro, Biondi a proprio agio con maggiori riferimenti, e in avanti più spazi per poter agire sulla trequarti. Ottima intuizione, grande abnegazione degli uomini in campo, e soprattutto un pizzico di fortuna e cinismo in più rispetto al passato. Atteggiamento - "Una squadra che sa soffrire", così è stato definito il Catania nel post partita, ed in effetti il secondo tempo ha dimostrato proprio questo, l'accettazione della sofferenza in pieno stile serie C, al cospetto non del Real Madrid ma dell'onorevole e pimpante Picerno, senza vergogna ed anzi con grande ardore. Certo, se il Catania avesse dato vita a questa partita da prima della classe e con una situazione societaria serena, avremmo tutti alzato i toni difronte alla mancanza di palleggio per evitare di essere sempre sotto pressione, o alla poca utilità degli attaccanti nel far respirare la squadra, ma oggi il Catania non è nè primo, nè in un condizione generale serena. Quindi l'attitudine è quella giusta, l'approccio iniziale forse no, ma la squadra è viva, e questo è il segnale più importante per il tecnico. Adesso testa al prossimo avversario, la Vibonese reduce da tre vittorie consecutive e ad appena tre punti proprio da Biagianti e compagni. Una gara da tripla, perchè il Catania può essere la "rompiscatole" del campionato così come vuole Lucarelli, affidandosi all'imprevedibilità di Capanni, alla tecnica di Curcio e alla solidità di Silvestri, ma deve fare i conti con le condizioni fisiche precarie, le difficoltà di rendimento di qualcuno, ed appunto un avversario sulle ali dell'entusiasmo. Umiltà e massima determinazione, dunque, saranno le parole d'ordine di Lucarelli, che a prescindere da come finirà è riuscito a riprendere per i capelli una squadra che ad inizio febbraio sembra quasi allo sbando, e che invece adesso è focalizzata su un unico obiettivo: vivere questo finale di campionato con dignità e offrendo il massimo impegno.