Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Dai pantaloncini di Plasmati a Wembley: gli Europei di Gianni Vio

Quando Walter Zenga viene nominato allenatore del Catania, Gianni Vio ha cambiato da poco vita. Due anni prima, tra il 2006 e il 2007, l'uomo ragno viene sostanzialmente stregato da un libro del 2004 dal titolo "Più 30 per cento", scritto da un impiegato bancario della filiale Unicredit di Mestre che impegnava la sera e i weekend con la squadra che allenava. Vio, però, è sempre stato qualcosina in più. "Più 30 per cento", scritto con lo psicologo Alessandro Tettamanzi, riassumeva il concetto di efficacia dei calci piazzati nel calcio rapportata ai gol messi a segno: appunto, più del 30%. Zenga, allora a Belgrado, non ci pensa due volte e lo porta con sè all'Al-Ain, cambiando le regole del gioco, sovvertendole, dando luce alla visione di Vio e considerando, con il giusto peso, le sue teorie. Applicandole, rendendole marchio di fabbrica della sua gestione. Catania non fu l'eccezione: dall'arrivo in panchina dell'uomo ragno crescono le opportunità su palla inattiva, così come la pericolosità delle stesse. Traducendo in numeri, legati alla stagione 2008/09 (post, insomma, salvezza contro la Roma): 17 reti siglate sugli sviluppi di palla inattiva su 41 totali. Mica male. Concetti come quelli della "grande fuga" (riprendendo le parole di Vio, "un grappolo di 6 giocatori si piazza sul palo più lontano, formando un rettangolo che si svuota poco dopo perché a gruppi di 2 i giocatori imboccano 3 differenti direzioni in modo da favorire l’inserimento di qualcuno") diventano temi familiari ai tifosi del Catania, mentre con consapevolezza si attende il buon esito di un calcio piazzato, quasi fosse una fellice consuetudine. Tra questi, il più famoso rimane senz'altro il gol di Mascara su punizione contro il Torino (nel match terminato per 3-2 nel novembre del 2008). Gianvito Plasmati, autore di uno dei gesti più famosi dell'epoca moderna legati a una rete del Catania, quello dei pantaloncini abbassati in barriera davanti a Sereni, lo definirà "un gesto di goliardia": rienterà comunque a pieno diritto nel novero delle segnature su palla inattiva legate alla gestione di Gianni Vio in terra etnea. Che oggi, tra l'altro, sorride: lo fa da un mese, e anche di più. Lo fa da ieri sera: Roberto Mancini lo ha voluto fortemente nello staff della Nazionale italiana per Euro 2020, a ragion veduta. Il gol di Pessina contro il Galles è l'ennesimo esempio (che ben si sposa con quello di Bonucci contro l'Inghilterra) della sostanza che sta dietro l'analisi di un ex impiegato bancario, con una passione nel weekend, che adesso alza la Coppa con Mancini, Vialli, Oriali e gli altri. Dal Massimino a Wembley: da Campione d'Europa.