Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: Un'umiliazione di cui non si sentiva il bisogno

Il giorno dopo è sempre il peggiore, e fa sempre più male. Perché un derby non si spiega, ma una serata come quella di ieri non si dimentica. La corsa a centrocampo dei giocatori del Palermo e i cori dei dirigenti rosanero in tribuna resteranno chiodi nella mente dei catanesi: e con questi una prova che spinge a riflessioni più generali e complesse. Non ci si può rassegnare neanche un secondo all'idea che il Catania sia questo e che non si potesse fare qualcosa in più, su più fronti: l'asticella da alzare, signori, ahinoi, è caduta. Contestualizzare alla "stagione di transizione" non vuol mica dire dover far passare in cavalleria partite e figure del genere: anzi. Alla fine della giostra il Catania ha perso due derby (e sì, il pari dell'andata nonostante il tascorrrere dei mesi suona ancora come una sconfitta, date le circostanze), quasi nella stessa maniera: con i favori del vento, ma scarsa prontezza di riflessi e vele bucate dalla frenesia e dall'ansia di prestazione. La regata premia i marinai coraggiosi: e ahinoi, di nuovo, al coraggio bisogna sempre associare lucidità. L'ha sbagliata, Raffaele: non si può dire altro. L'ha sbagliata il suo gruppo nell'approccio, l'ha sbagliata lui nella lettura in superiorità numerica, consegnando il centrocampo al Palermo, buttando dentro quasi tutti gli attaccanti che aveva. Ma il resto non è che porti esclusivamente il suo nome: ci sono giocatori su cui non si può proprio contare, Reginaldo e Izco su tutti, che occupano posti importanti in lista e su cui a gennaio si è deciso di puntare, nonostante tutto. Volpe? Ancora out: Maldonado? Evidentemente non è funzionale, al momento. Si potrebbe continuare per ore: "Allo sciogliersi della neve...", sì, insomma, si vedono le lacune. E' arrivato il tempo delle risposte da dare: in ambito calcistico sarà importante da analizzare la reazione di una squadra implosa sul più bello e che in un modo o nell'altro dovrà finire la stagione; in ambito societario occorrerà far capire a tutti cosa accadrà da qui ai prossimi mesi. Se al di là delle solite attese si potrà giungere davvero ad un punto di incontro e di svolta con i creditori istituzionali o se sarà necessario ricorrere ad altre vie per favorire il passaggio di proprietà, e cosa bisogna aspettarsi dai prossimi campionati. Il concetto stesso di transizione implica una certa ristrettezza di tempi: e di tempo, in Serie C e con umiliazioni come quella del Massimino, Catania ne ha speso fin troppo.