Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Cojones y Corazon

In alcune parti del Sudamerica, “garra y corazon” è molto più che un semplice mantra da scrivere, inchiostro in mano, sulla pelle: è una stampa sull’anima. “Garra y corazon” è ciò che più si avvicina al concetto di “gettare il cuore oltre l’ostacolo” che fa da contorno alle “nostre” (italiane) imprese sportive, e non. Non siamo ai livelli dell’impresa, ma Cristiano Lucarelli sta facendo di “garra y corazon” il motivo portante del calcio a Catania. Anzi, di più: Lucarelli ha elevato il concetto di “garra y corazon” in “cojones y corazon”. E non c’è bisogno di alcuna traduzione in merito. Le ragioni di una scelta. Sono queste le basi: trovare in una scelta fondamentali importanti per portare avanti un progetto, persino dove il progetto è finito, in mezzo al buio della foresta. Ecco, le ragioni per una scelta consapevole Lucarelli le aveva al momento del suo ritorno: in primis non voleva lasciare il suo disegno incompleto. In parte ci ha visto anche una sfida personale che fa molto “Lucarelli style” (Alessandro compreso, viste le vicende in quel di Parma). Il resto mettetecelo voi. In qualsiasi caso, ci ha messo i “cojones” e li continua a mettere in mostra giorno dopo giorno: nella sua città natale, il “Fanale” è ciò che più si avvicina al discorso che stiamo facendo. “Sta come torre ferma che non crolla, giammai la cima per soffiar di vento”, diceva Dante a Virgilio nel canto V del Purgatorio paragonando la predisposizione d’animo al faro di Livorno, seguito dal verso più emblematico per quanto ci riguarda: “Seguimi e lascia che la gente parli”. Eccolo, verticale e inamovibile nelle intenzioni, come il “Fanale”, e seguito dai suoi condottieri, senza tener conto delle voci. Lucarelli va avanti. A lui sono devoti i giocatori, a lui sono rivolte le speranze di una piazza. La “garra”, quella voglia di combattere che ha spesso dimostrato con la novantanove sulle spalle, l’ha portata ad un livello superiore: ha rivoluzionato (ideologicamente per lui non deve essere stato difficile) il concetto stesso di “lotta contro tutti” (gli avversari) in “lotta contro tutto” (la situazione). Non si sa dove potrà arrivare il suo Catania, né cosa porterà il futuro. Il presente (perché di questo si parla; del domani non si può dato che Cristiano non prende in giro) ha la sua stessa fame di rivalsa: ed è in momenti come questi che una piazza, un ideale, può risorgere confermando e affermando la propria volontà di sopravvivere alla tempesta. Mettendoci gli attributi, i “cojones”, e il cuore, il “corazon”. “Cojones y corazon”, appunto.