Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Urge una conferenza stampa per diradare le nubi: Catania aspetta

Virgolettati. Dichiarazioni, smentite. Attacchi e difese, passi indietro e boomerang mediatici. Cosa ci è rimasto dopo questa intensa e paradossale mattinata però? Nulla (o quasi), certamente niente di ufficiale. Lo stesso nulla che da otto giorni accompagna ogni affezionato alle sorti del Calcio Catania, flebili dichiarazioni su episodi arbitrali a parte. L'eliminazione in semifinale play off contro il Trapani ha nuovamente gettato ombre sul futuro prossimo del club etneo, che sembra intenzionato a ripartire dai nomi di Pietro Lo Monaco e Cristian Argurio per ciò che riguarda l'assetto societario, come minimo, del prossimo anno. Al di là di ciò che possano pensare in molti, senza volersi addentrare dentro intricati aspetti economici e finanziari del Calcio Catania Spa, quello che adesso è divenuto di primaria importanza è la chiarezza. Lo abbiamo detto a più riprese: servono risposte. Non di carattere tecnico, o almeno non esclusivamente. Servono le parole di chi al momento è al comando della società, di chi da tre anni decide, nel bene e nel male, le sorti della formazione rossazzurra in campo e fuori. Una conferenza stampa mirata, aperta, sembra poter rappresentare l'unica strada percorribile: non la migliore, non la più efficace, ma certamente l'unica. Un confronto per tutti, società, tifosi e addetti ai lavori. È necessaria, perchè l'atteggiamento – a cui va detto, siamo sempre stati abituati – dell'amministratore delegato del Calcio Catania stavolta non ha avuto il supporto (fondamentale) dei risultati del campo, ancor meno dello scorso anno. Un quarto posto in campionato, preceduto da dichiarazioni spesso forzate, culminato con il doppio pareggio con il Trapani che per buona parte dei 180 minuti ha surclassato gli uomini di Sottil dentro il rettangolo verde. È necessaria, perchè anche le fredde analisi sulle vicende di campo vengono meno senza chiare indicazioni sul futuro; non solo per quanto riguarda l'allenatore, ma anche per quei giocatori che potrebbero lasciare Catania alla volta di altri lidi. È necessaria, per far diminuire – o almeno, per tentare di far diminuire – il malumore di una piazza che appare sempre più vicina all'esasperazione e che merita delle risposte, dopo aver dato le proprie ogni domenica sugli spalti dell'Angelo Massimino. È necessaria per il bene del Catania, l'unica vera motivazione che spinge tutti noi a non voler accettare questo momento di passività da chi, non per dovere ma per correttezza, a chiarire la posizione della società sul passato, sul presente e, soprattutto, sul futuro.