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Baronchelli a Catanista: "serve serietà e non farfalloni. Su Gaucci e il futuro..."

Le parole dell'ex capitano del Catania su Mancini, il fallimento e sul progetto futuro

Ai microfoni di Catanista News è intervenuto l'ex capitano del Catania, Giuseppe Baronchelli, che ha espresso il suo punto di vista sia su quello che è successo nelle ultime settimane, sia sul futuro e possibili imprenditori interessati. Ecco le sue impressioni:

“è un grande rammarico dover commentare la situazione del Catania e la fine che ha fatto un club glorioso come quello rossazzurro. Bisogna ringraziare il gruppo per l'impegno profuso e l'attaccamento che hanno dimostrato fino all'ultimo allenamento, pur non sapendo se avrebbero giocato o meno. La sensazione più frustrante è stata l'aver consegnato la possibilità a personaggi discutibili, da parte della Federazione, di fare fideiussioni che arrivano chissà da dove. E' un sistema che da anni va in questo modo, e il più furbo vince. Passione e amore, la gente che sta dietro la scrivania, non sa nemmeno cosa siano”

Gaucci? Se parlassimo di empatia come caratteristica principale del nuovo progetto ti farei subito il suo nome per l'amore che prova verso la città. Se però parliamo in maniera generale e distaccata, vi dico che la caratteristica principale deve essere la serietà, la coerenza tra parole e fatti. Non servono farfalloni e gente che racconta storie in giro promettendo ciò che non ha. La serietà viene prima dei soldi, se uno è serio li trova. Serietà porta serietà. Ho sentito in questi anni frasi del tipo ‘sono tornato nella mia città’, ma sono stati solo titoloni falsi. Serve qualcuno, proveniente da qualsiasi parte, che dica io ho 100 euro in tasca, e quello che riesco a fare è questo. Direi l'esatto opposto di quello che ha fatto Mancini" 

“Ormai sono passati vent'anni da quella promozione, abbiamo un gruppo whatsapp chiamato ”giugno 2002" composto da un gruppo di amici che non si vede tanto, purtroppo, ma è rimasto legato perchè unito dagli stessi valori. Io ricordo l'arrivo alle tre di notte a Catania, pensavo che non ci fosse nessuno, e invece non si riusciva neanche a far scendere la scaletta da quanta gente era presente"