Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Buco nero...tutti dentro

Non c'è malizia in queste parole, né cattiveria. Semplicemente una mera constatazione di un fatto, tanto banale quanto reale: il Catania è questo, né più né meno. Una squadra da serie C che si sta giocando il terzo posto con altre squadre, o meglio, con un'altra squadra anch'essa di serie C. E che, in quanto squadra appunto di serie C, continua a perdere punti ingenuamente e in maniera quasi grottesca nonostante la grande esperienza portata da Walter Novellino, evidentemente ancora alla ricerca della formula migliore per incidere al meglio sulla testa di giocatori che, seppur di prima fascia, hanno dimostrato troppo spesso di perdersi in un bicchiere d'acqua. La gara di Brindisi contro la Virtus Francavilla, sostanzialmente decisa da una giocata del singolo a tempo scaduto, non ha avuto nulla in più o in meno di tante altre giocate quest'anno dai rossazzurri, e l'esito finale non si discosta da quest'ultima lettura: non è stato brutto il Catania, non estremamente almeno; semplicemente non è stato. Non c'è stata una vera occasione da gol, mai un accenno di trama offensiva. Una squadra che ha cercato disordinatamente un modo per far male a un avversario che, dal canto suo, ha dovuto difendere semplicemente in maniera ordinata per non concedere spazio a Lodi e compagni. Non è una questione di modulo, né una questione tecnica; i giocatori, singolarmente, sono tutti chi più chi meno validi e il 3-5-2 aveva funzionato agevolmente sia contro il Potenza che contro il duo Catanzaro-Juve Stabia. La questione, piuttosto, è fisiologica: un primo tempo nullo che ha fatto da anticamera ad una ripresa se possibile ancor più anonima. Apporto pressoché nullo dei subentrati, Di Piazza e Sarno su tutti, Lodi costantemente estraneo alla gara ed esterni poco propositivi, se non per qualche lampo isolato di Llama, al cospetto di una Virtus Francavilla modesto che non ha forse mai realmente creato pericoli alla porta di Pisseri, sfruttando concretamente l'unico vero episodio capitatogli - nonostante rimanga il dubbio sul fischio del direttore di gara in occasione della punizione - valso tre punti fondamentali per i pugliesi per consolidare la propria posizione in vista della post season. Il Catania è questo, lo stesso che dovrà andarsi a giocare i play off tra un mese circa – il tempo varierebbe in base alla posizione finale – e sembra non poter dare di più sotto il piano del gioco. Gare del genere quest'anno sono state spesso deciso da un episodio, in positivo come con Reggina e Siracusa o in negativo come l'andata a Bisceglie o proprio come oggi, con una punizione dalla trequarti ben raccolta da Sarao. È anche difficile analizzare una partita che non ha detto nulla su di sé, una partita che è andata avanti per inerzia in maniera appunto anonima e a tratti noiosa, senza mai dare la sensazione di potersi ravvivare. Da sottolineare, infine, anche il passo indietro sulla cosidetta “linea verde” rispetto agli ultimi minuti del match con il Bisceglie, in cui Novellino aveva dimostrato carattere e coraggio nel mandare in campo i più giovani salvo poi tornare sui propri passi soltanto una settimana dopo, e anzi chiudendo la gara con ancora due cambi a disposizione. Il Catania torna dal Fanuzzi di Brindisi senza punti, perdendo ulteriore distanza sia dalle vincenti Trapani e Juve Stabia sia anche dal Catanzaro, nonostante il pareggio di questi ultimi, determinando probabilmente l'assestamento finale del proprio campionato, relegato ormai a una lotta a due per terzo e quarto posto. Basterà questo Catania per poter recitare un ruolo da protagonista ai play off? Al momento viene da dire di no, ma in fondo solo il tempo ce lo dirà, intanto assistiamo inermi all'ennesima, scialba, prova anonima del campionato.