Demeriti del Catania, ma nel campionato degli episodi l'FVS non funziona
Il Catania ha commesso i suoi errori, ma il FVS acuisce la gravità delle decisioni arbitrali
Partiamo da un presupposto fondamentale e cruciale per il futuro del campionato: il Catania contro il Casarano doveva essere qualcosa di più; più dominante, più attento, più pericoloso, più capace di mettere la partita sui binari preferiti. Detto ciò c'è un'altra verità che inficia sul risultato finale anche se non deve essere l'unica motivazione assunta per giustificare la sconfitta: le decisioni arbitrali hanno assunto contorni assurdi. Ciò che è successo a Casarano con la decisione del signor Frasynyak è solo l'ennesimo episodio che certifica non solo la caratura della categoria, essendo in Serie C tutto ciò si potrebbe definire normale, ma soprattutto l'inutilità del FVS che non solo non garantisce un quantitativo auspicabile di errori evitati, ma acuisce la gravità di alcuni decisioni non modificate. Nello specifico il contatto fra Gega e Rolfini appare chiaro, e sembra quasi superfluo dover menzionare Caserta come precedente visto il calcione rifilato, ma più in generale la sensazione che la revisione sia uno strumento utilizzato troppo e male è chiara un po' a tutti.
La chiamata del FVS è utilizzata dai tecnici per interrompere il ritmo avversario, alcune volte si sono viste chiamate solamente per spezzare assedi nei finali, ma soprattutto per cambiare una decisione sembra essere necessaria un'inquadratura così chiara che in questa categoria non si avrà mai. E allora o rimangono dubbi o si acuiscono critiche come avvenuto sabato scorso. E' ovvio che il Catania avrebbe dovuto fare punti a prescindere dal rigore, ma in un campionato in cui gli episodi fanno la differenza, la consapevolezza di arbitri che senza l'attenuante della presa diretta riescono a sbagliare grossolanamente fa impressione.
