Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: I soliti difetti

Scritto da Stefano Auteri  | 
Emmanuele Cicerelli

La scorsa settimana i Rem chiedevano di non fare fotografie che immortalassero una prestazione deprimente e inaspettata, ma oggi, dopo il pari praticamente senza tiri in porta casalingo contro il Sorrento, è indispensabile fermarsi e cercare in tutti i modi di capire perchè il Catania riviva costantemente le sue paure e i suoi errori. Il principio di base è la negatività che dal nulla, dopo 11 gol fatti e zero subiti; dopo una partenza finalmente lanciata e convincente davanti ad un pubblico festante, ha preso il sopravvento sfruttando gli episodi come in una qualsiasi gara di questa insostenibile categoria. Il copione è sempre lo stesso: si parte dagli infortuni che falcidiano uno o più reparti dimostrando come nella campagna acquisti comunque si potesse fare ancora qualcosa in più; si passa agli errori dei singoli che regalano gol, rigori e situazioni paradossali; per arrivare ad una repentina incapacità di rendersi pericolosi in fase offensiva. Un maledetto costante dejavù che opprime mente e cuore della tifoseria che non può essere accusata di negatività, visto che quest'ultima è generata dagli episodi, ormai sicuramente non casuali, che contraddistinguono le annate etnee.

 

E' davvero difficile cercare di capire come l'aggressività, l'ardore ed il coraggio manifestati contro Monopoli e Foggia abbiano lasciato spazio a pacatezza, ritmi bassi e prevedibilità costante; come gli anticipi folgoranti di Pieraccini al suo esordio dal primo minuto si siano trasformati in miriadi di falli; come l'imprevedibilità di Cicerelli sia stata ingabbiata agevolmente da avversari inchiodati in fondo alla classifica; come sia stato Dini il migliore in campo; come non si siano potuti avvicendare gli esterni (mai capaci di affondare) che nel 3-4-2-1 dovrebbero essere i primi a saltare sull'altare dell'intensità da rinnovare; come i vari Jimenez, Stoppa e Forte non siano capaci di spostare gli equilibri; come in mezzo al campo ci siano solo tre giocatori a disposizione; come capitino sempre infortuni a ridosso delle partite. E' tutto inspiegabile, come sempre. E nel frattempo il processo di crescita naturale si interrompe e si devono trovare accorgimenti. Le responsabilità comunque sono molteplici.

 

In primis c'è un controsenso genetico: Toscano punta a vincere in un solo modo, tramite l'intensità, e allora come è possibile farlo se la rosa è ridotta all'osso? Il fato non può essere l'unico colpevole, e se non si può puntare sull'intensità si deve per forza di cose cercare una soluzione alternativa… che però stenta ad arrivare. Sarebbe interessante sentire oggi una conferenza stampa dei massimi dirigenti, nel momento complicato in cui trovare risposte è la base per non alimentari dietrologie, e non dopo tre vittorie consecutive. Sarebbe utile capire perché i protagonisti (allenatore e capitano) hanno parlato di mentalità da ricercare, di atteggiamento e di interpretazione, quando per caratura dei singoli, conoscenza della piazza da parte dei più e per feeling creato grazie ad uno zoccolo duro, proprio questo dovrebbe essere l'ultimo problema. Sarebbe auspicabile un cambio di rotta, sarebbe stata necessaria quella costanza di cui ha parlato Toscano, ma purtroppo oggi non c'è nulla di tutto ciò e la mancanza di scossa dopo una brutta sconfitta è la peggiore delle notizie. La speranza è di non essere davvero di fronte al solito copione, e il fatto che la piazza si debba approcciare con ragionevole preoccupazione alle prossime due sfide è frustrante. Non c’ dubbio, oggi il bad day è solo della tifoseria, non chiedete sforzi