Editoriale: Si poteva…

Si poteva, sì. Si poteva vincere a Trapani, si poteva essere a braccetto con la Salernitana, si potevano avere meno infortunati e si poteva anche vivere un inizio di campionato più sereno. Tutto vero, ma Catania (e non solo “il Catania”) è questa: un'altalena di emozioni e di riflessioni, lineari o dietrologiche che siano; una pentola che bolle dalle 7 del mattino alle 23 su un fuoco che può generare roghi o conviviali ‘arrusti e mangia’; una realtà che anche nell'anno della promozione in B o del ‘piccolo Barcellona’ di Montella ha vissuto momenti più o meno critici in cui tutto è stato messo in discussione. Tutto ciò quest'anno è accaduto (sta accadendo) perchè è stato celebrato come finito ciò che è un processo di miglioramento societario, e in secondo luogo perché in campo è mancata quella costanza tanto richiesta da Toscano. A Trapani però si è rivista nuovamente una squadra sul pezzo e solida, che ha reagito alo svantaggio e che ai punti avrebbe meritato di vincere. Dopo quello che si è visto nelle ultime due gare, il pari per come è arrivato può bastare, ma solo se inteso come punto di ripartenza.
Ciò che doveva accadere sabato scorso, in realtà, è avvenuto con una giornata di distanza. Il Catania ha tenuto il campo con la giusta consapevolezza di ciò che si doveva fare, ha mostrato abnegazione e applicazione, ha limitato gli errori (non azzerati) ed evidenziato i difetti dell'avversario. Insomma ha offerto la gara che doveva disputare, dimostrando nuovamente testa e una discreta condizione fisica. Rimane allora sospesa la domanda relativa al perchè le ultime due giornate abbiano dato vita ad un passo falso così apparentemente grave in chiave classifica; ma che tutti alla fine, compresa la Salernitana, possono compiere. Qualcuno potrebbe pensare: “Perchè riflettere sul passato? Guardiamo avanti”. Errato, perchè conoscere le motivazioni delle momentanee difficoltà può mettere al riparo da crisi future.
Oggi è difficile dire cosa aspettarsi dal Catania, quale sarà la sua identità, se ci sarà costanza di prestazioni già a partire da Cerignola. Sicuramente ci sono dei giocatori che possono essere i simboli del corretto atteggiamento da dominante. Uno è Di Tacchio, capitano per certi versi stoico vista la condizione non ottimale che ci mette gamba, ginocchio e anche sopracciglio su qualunque intervento. L'altro è Scintilla, alias Lunetta, che anche dal primo minuto ha dimostrato un tasso di concentrazione, determinazione ed elettricità che devono essere da stimolo per tutti i compagni. Entrambi con modalità diverse sono i trascinatori mentali e caratteriali della squadra. Poi ci dovrebbero essere i trascinatori tecnici, i vari Cicerelli, Jimenez e Stoppa. Loro devono alzare il livello dell'asticella, da loro è giusto aspettarsi molto di più. Forse il cammino del Catania è ripartito ma è inutile sbilanciarsi e spendere parole sulla costanza. Solo il tempo ei campi più difficili potranno dare risposte