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Editoriale: "Farai bingo?"

Al Lucarelli ter il compito di risollevare una squadra avvilita e avvilente. Quali metodi e obiettivi nel breve periodo?

Scritto da Stefano Auteri  | 

E Bingo sia, magari iniziando una serie utile vincendo sei partite per 1-0, piuttosto che una per 6-0, e poi con la fortuna quest'anno di non dover fare collette, né giocare più a Monopoli. I più attenti si saranno accorti che in poche parole abbiamo cercato di condensare il passato di chi tra poche ore si siederà per la terza volta sulla panchina del Catania: quel Cristiano Lucarelli che ha vissuto momenti esaltanti, contestazioni e criticità in una piazza che però gli è rimasta nel cuore. Il Lucarelli ter partirà a breve e per prima cosa dovrà iniziare con un grande ringraziamento in primis non tanto alla società (scontato per la scelta ricaduta su di lui) quanto a Michele Zeoli per aver provato a ridare morale e mentalità ad una squadra derelitta. 

Il tecnico della Primavera, luogo figurato dove tornerà con grande umiltà e determinazione, ha mostrato rispetto per i ruoli, abnegazione e umiltà… ma non è bastato. In una settimana Zeoli ha cercato di aumentare il livello di carburante di chi era in ritardo, ha cercato di riequilibrare mentalmente la squadra e di passare il turno nell'unica competizione che ad oggi può far sperare ottimisticamente ai play off. Ci ha provato Zeoli e nonostante abbia centrato solo uno dei suoi obiettivi (gli ottavi di Coppa) ne è uscito positivamente. Purtroppo, però, la squadra sta male. E' stanca, svuotata sia fisicamente che mentalmente e il 3-2 con il Picerno ha avuto lo stesso effetto di Taranto e Brindisi, cioè quasi nullo. Con il Cerignola Silvestri e compagni sono durati 45 minuti, poi l'errore del singolo e il gol degli avversari hanno nuovamente spento la luce, evidenziando limiti offensivi e sbavature grossolane dietro. Così non si può andare avanti. Abbiamo già detto che il progetto è naufragato, ma è inammissibile che i rossazzurri si trovino a 12 punti dal primo posto e 10 dal terzo, con una partita in più rispetto ad entrambe. Come si può pensare di essere competitivi in questo modo, con questa condizione fisica e con alcuni elementi fuori dal contesto? Le valutazioni estive di Grella e di tutta la dirigenza sono state totalmente sbagliate e Lucarelli è l'unica ancora a cui poter cercare di appigliarsi.   

E' ovvio che sia necessaria una scossa, ma adesso bisognerà capire il modo in cui riattivare un cuore che non pulsa, una mente non lucida e dei muscoli atrofizzati. Lucarelli dovrà pensare al futuro facendo i conti però con quanto avvenuto nel recente passato. Come gestire i colloqui tenuti da Grella con i giocatori, le sanzioni disciplinari e le esclusioni dai convocati più o meno determinate da infortuni o altre motivazioni? Ecco la prima riflessione si concentra sul capire se Lucarelli partirà da decisioni già condivise con la società che poi si materializzeranno definitivamente a gennaio, oppure vorrà valutare tutto da zero sotto la sua gestione. Ciò a cui ci ha abituato il tecnico livornese è che i nomi non fanno differenza e se si dovranno prendere decisioni forti all'interno dello spogliatoio, lui non si tirerà indietro. Ma veramente, come si sente spesso, si vorrà o si dovrà “appendere al muro” qualcuno oppure servirà un metodo diverso come quello suggerito da un misericordioso Zeoli che ha parlato di giocatori bisognosi di aiuto? Di certo c'è poco tempo per capire quale sia la strada migliore, e Lucarelli dovrà farlo in un flash.

Dal punto di vista caratteriale e di esperienza di situazioni critiche l'uomo di Livorno sembra essere il tecnico più adatto a gestire queste circostanze (quasi gradite ad un personaggio “bisognoso” di difficoltà) ma in pochi si sarebbero messi nei suoi panni. Rizzo ne avrà per un po'; Di Carmine non sarà in forma prima di un mesetto o più; Mazzotta, Marsura e Ladinetti sembrano fuori dai radar; Chiricò ha il joystick inceppato su quadrato e triangolo con sempre la solita doppia, tripla, quadrupla finta e tiro in porta, ma le sue giocate sono diventate più scontate e stucchevoli delle battute di un Cinepanettone. Questi sono solo alcuni dei problemi. Poi c'è la classifica, c'è una piazza da rassicurare e rianimare, c'è una dirigenza in confusione e ribaltata ma autoritaria con cui dialogare e c'è un tempo limitato in cui poter lavorare. Lucarelli però non ha paura, così come non deve avere paura Catania perchè ormai quest'anno tutto ciò che c'era da perdere (entusiasmo, competitività, obiettivo promozione, continuità di abbonati) è incredibilmente quasi del tutto andato e dunque tutto ciò che succederà da adesso in poi sarà solo a entrare. Peggio di così non si poteva fare nel primo anno tra i professionisti, da ora in poi servirà letteralmente fare bingo affinché tutte le condizioni si allineino per favorire una rimonta impensabile. A Lucarelli il compito di fare vedere come si fa ad uscire dalla melma in cui è finito per l'ennesima volta il Catania.