Editoriale: ritenta, sarai più fortunato o bravo?

Ed eccoci qua: altro giro, altro playoff, altra “testa alta” e altra eliminazione. Dopo la gara contro il Pescara il primo pensiero va all'ufficialità più dura da digerire, e cioè che all'orizzonte si prospetta il decimo anno di Serie C. Verrebbe quasi paradossalmente da dire “per fortuna che nel mezzo c'è stata la gioia della Serie D”. Le sensazioni a ridosso della fine di una stagione assurda e travagliata sono diverse ma tutte conviventi all'interno degli animi rossazzurri. Da una parte la soddisfazione di aver combattuto fino all'ultimo contro una buona squadra come il Pescara e la consapevolezza di aver ripreso una stagione che a febbraio sembrava una delle peggior di sempre; dall'altro l'orgoglio rossazzurro che fa dire “ma perchè ogni anno il Catania non riesce a superare ostacoli come il Pescara che dovrebbero essere ampiamente alla portata”?, perchè l'ennesima stagione senza gioia? La verità è che Toscano e i suoi ragazzi hanno preso per i capelli un'annata piena di limiti e paletti, perchè, nonostante gli ultimi due mesi, il Catania è arrivato quinto per via di risultati deprimenti e vicissitudini societarie concretizzatesi in punto di penalizzazione e un mercato di gennaio al ribasso.
E allora è giusto da un lato salvare assolutamente quanto di buono il Catania ha offerto sul campo nell’ultimo periodo; ma dall'altro interrogarsi seriamente se quelle componenti interne alla società di cui parlò Toscano ad inizio marzo siano davvero migliorate. L'orgoglio e la mentalità viste in campo nei playoff devono essere la base per affrontare la prossima stagione, senza rivoluzioni e senza troppi giocatori messi in discussione. L'allenatore dovrà essere il punto di ripartenza (sempre se lui sarà d'accordo); la riconferma di Faggiano dovrebbe essere scontata, ma così non è; ci sarà un nuovo Direttore Generale, ma bisognerà capire bene mansioni e dinamiche. Pastore salterà o verrà riconfermato? Lo staff medico verrà cambiato? E poi soprattutto quale sarà il piano di investimento da parte della società? Questi interrogativi meritano risposte serie, senza affermazioni antitetiche generatrici solo di confusione
Ovviamente un fatto importantissimo è rappresentato dall'offerta presentata per Torre del Grifo (in attesa della valutazione del Giudice Delegato), centro che non sarà disponibile eventualmente da subito ma che rappresenterebbe quel mattone tanto richiesto per il Catania del futuro. A prescindere da esso, però, si dovrà capire dove si allenerà il Catania nella prossima stagione e, come dicevamo, se sarà un'altra annata incentrata su spending review oppure le casse del Gruppo Pelligra permetteranno investimenti importanti. Evitando certamente sperperi ed errori. Oggi è difficilissimo dare un voto ad un'annata che probabilmente raggiunge a stento la sufficienza perchè sul campo si è prodotto qualcosa che potrebbe essere utile anche la prossima stagione, ma per certi versi i risultati sono stati peggiori della scorsa e la confusione ha regnato sovrana per trequarti dell'annata.
La speranza (e per queto il voto potrebbe non essere così negativo) è che i miglioramenti degli ultimi due mesi non siano stati dettati solamente da congiunzioni astrali (Taranto e Turris in primis), ma da soluzioni trovate dalla dirigenza che possano essere il fondamento di certezze future. Registrare meno infortuni e avere più ordine interno sono i passi da fare, e forse in parte fatti, per crescere realmente. Ora è il momento di accelerare, questo è il momento in cui rilanciare perchè la Serie C è un campionato in cui tutti perdono: dai tifosi, alle proprietà e all'indotto per tutta la città. Catania non ne può più di questa categoria, le strutture e Torre del Grifo potrebbero rappresentare il pensiero futuro, ma quello presente è legato all’ambizione e alla promozione. Entrambe devono passare dal campo grazie a idee chiare e competenza, magari non disperdendo ciò che rimane di buono al netto dell'ennesima amarezza.