Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Area 51, nessun alieno...solo passione

Ah, gli americani. Il bacon, il giorno del ringraziamento... l’Area 51 e una trovata niente male. È settembre, qui come lì, e negli Stati Uniti a breve centinaia di migliaia di persone si riuniranno e si recheranno fisicamente a ridosso della base militare. Perché? Perché sono stanchi della riservatezza, di tutta quell’atmosfera di estrema segretezza  che da quasi un secolo scrive e descrive storie più o meno strane circa alieni, armi nucleari e verità nascoste chissà perché. Non un gran clima insomma. Ecco, che c’entra con il Catania? Anche Catania in un certo senso ha la sua Area 51. Non ci sono segreti militari, non ci sono UFO. C’è però un regime di estrema riservatezza che, durante la stagione sportiva, impedisce ai tifosi e agli appassionati di capire cosa succede all’interno e di stringere rapporti con i protagonisti: Torre del Grifo. Bello, sicuramente all’avanguardia: apprezzato da tutti, persino dalla Federazione, che negli scorsi giorni tramite il CT Nicolato ha espresso soddisfazione circa il ritiro della Nazionale U21. Ottimo. Dal punto di vista sportivo non fa una piega, tutto ciò. Dal punto di vista ambientale non è una gran cosa: ma per ciascuna componente. In primis per tifosi e giocatori insieme: perché? Non vogliamo fare i nostalgici a tutti i costi, senza se e senza ma, ma il calcio di una volta era un’altra cosa. Il calcio a Massannunziata, a Pedara. Il calcio degli appassionati a stretto contatto con i loro beniamini: gli anni delle foto post-allenamento, degli autografi e del seguito agli allenamenti. Che è importante, poi, anche in vista della gara. Il calcio di chi viveva pienamente questo sport senza le barriere costruite dal mondo moderno, dai social e dai vari limiti che questi comportano. E così si può anche sfatare il mito della "pressione", che in certi casi si può tradurre anche con "distanza". Volete mettere, per un calciatore, sentirsi parte del tessuto sociale, giorno dopo giorno? Per i tifosi e per i giocatori, ripetiamo insieme, perché sono due componenti che vanno di pari passo, come per stessa ammissione da sempre della società Catania e dello slogan quest'anno della campagna abbonamenti "binomio inscindibile", per un rapporto biunivoco: una può dare qualcosa all’altra e viceversa. Per loro e anche per noi operatori dell'informazione, giornalisti, che quando andiamo a fare le analisi, ci basiamo su comunicati e voci che filtrano e non su ciò che può consegnare la visione di uno o più allenamenti, il modo di lavorare dei mister, il modo di allenarsi. È castrante per tutti, ed è anche per questo che converrebbe aprire Torre del Grifo. Lo ripetiamo ancora una volta: apriamo Torre del Grifo. Magari non come proveranno a fare gli statunitensi con l’Area 51, ma in maniera chiara e decisa. Apriamo per aprire il futuro: gli orizzonti e le conseguenti possibilità di costruire qualcosa di importante, insieme.